Bene farebbe l’assessore Donazzan ad avere un sussulto di responsabilità, e dimettersi prima della seduta del Consiglio regionale di martedì 19 gennaio, in cui verrà discussa la mozione di riserve nei suoi confronti, presentata dal centro sinistra e sottoscritta anche da esponenti della maggioranza di centro destra.
Sarebbe l’unica vera dimostrazione di senso delle Istituzioni da dare, dopo la sciagurata esibizione radiofonica in cui cantò una canzone che contiene la quintessenza del sessismo e del razzismo di cui il regime fascista si fece zelante interprete, e dopo un accenno di scuse piene di distinguo, solo perché forzata.
Con quale credibilità potrebbe l’Istituzione regionale continuare ad essere rappresentata nel giorno della memoria del 27 gennaio, nel 25 aprile, in tutte le occasioni in cui si fa memoria delle atrocità commesse dal regime fascista e della lotta di liberazione, che impegnò non una parte, ma tutte le culture democratiche del nostro paese?
Con quale credibilità l’assessore Donazzan potrebbe tra l’altro mantenere una delega, quella all’istruzione e alla formazione, ben sapendo che la scuola è prima di tutto educazione alla libertà, al sapere critico, all’esercizio democratico della propria personalità e della relazione con l’altro, quindi tutto ciò che il fascismo conculcò e provo a ridurre al silenzio?
Sarebbe anche doveroso che i veneti conoscessero nel merito della questione il parere della segretaria nazionale del partito cui appartiene l’assessore Donazzan, che fin qui ha evitato di esprimersi, pur non mancando di facondia in tutte le altre questioni della vita del paese.
Sarebbe, il suo, un gesto che aiuterebbe finalmente la destra italiana e veneta a rivedere una volta per tutte le proprie omissioni storiche, in una stagione in cui nuove forme di fascismo lavorano e sono in elaborazione, nei cui confronti serve la condanna unanime di tutte le forze politiche.
Il segretario regionale Articolo uno
Gabriele Scaramuzza |