Articolo Uno Napoli zona collinare: il regionalismo differenziato è proposta eversiva

Napoli

L’assemblea territoriale di Articolo UNO – MDP Napoli zona collinare, riunitasi il 26 gennaio 2019 con la partecipazione di Arturo Scotto (coordinamento nazionale), dopo ampia e approfondita discussione ritiene di portare all’attenzione dell’Assemblea Nazionale dei giorni 16 e 17 febbraio, dei dirigenti nazionali e dei parlamentari di Articolo UNO le seguenti conclusioni e richieste:

– È necessario un deciso impegno di Articolo UNO – MDP e di tutti i suoi rappresentanti e dirigenti, a tutti i livelli istituzionali e in ogni parte del Paese, affinché la questione meridionale torni ad essere questione nazionale. L’attuale vicenda del regionalismo differenziato, di cui si discuterà in Consiglio dei Ministri il 15 febbraio prossimo, è la goccia che fa traboccare il vaso. La richiesta della Regione Veneto, che prevede di calcolare il fabbisogno di ciascuna regione tenendo conto non solo dei bisogni specifici della popolazione e dei territori, ma anche del gettito fiscale, cioè della ricchezza dei cittadini di ciascuna regione, è una proposta EVERSIVA. I diritti dei cittadini italiani saranno diversi in dipendenza della Regione in cui risiedono. La “secessione dei ricchi”, come l’ha lucidamente ed amaramente definita Gianfranco Viesti. Bisogna combattere con forza, con tutti gli strumenti a disposizione, questa ulteriore rapina ai danni del Mezzogiorno.

-Va riaffermata la centralità del tema del lavoro, perché obiettivo prioritario di una forza rosso-verde come quella che stiamo cercando di costruire, deve essere quello di combattere le disuguaglianze. Negli ultimi decenni, la distribuzione del reddito è fortemente cambiata a favore di profitti e rendite e ai danni del reddito da lavoro. Anche la concentrazione dei patrimoni è cresciuta, e sempre più forte è la trasmissione delle disuguaglianze tra generazioni. Lo Stato deve tornare ad essere innovatore ed imprenditore, secondo una felice definizione di Mariana Mazzucato. In ciò la Sinistra, da tempo vista come “nemica” del lavoro autonomo e delle professioni, deve porre un’attenzione particolare anche a questi settori in cui non ci sono solo ricchi evasori, ma anche migliaia di onesti professionisti che soffrono la crisi come i lavoratori dipendenti. La ripresa di dialogo con queste categorie, ancorché giusta in assoluto, non potrà che essere anche utile sul piano della collaborazione reciproca. I lavoratori atipici, i giovani precari sfruttati e sottopagati, le tante nuove professioni che sono nate con lo sviluppo della tecnologia, devono trovare in noi un solido punto di riferimento politico ed ideale, lasciando ovviamente ai sindacati la difesa puntuale dei loro diritti ed aspettative nei vari ambiti di lavoro.

-È nostro preciso dovere salvaguardare l’istruzione, la scuola, l’Università e la ricerca, settori strategici fondamentali per un Paese che deve svilupparsi ed innovarsi. Ciò va fatto innanzitutto finanziando questi settori in maniera adeguata, puntando almeno alla media europea (rispetto alla quale l’Italia è ben al di sotto), e ricordando che in alcune realtà, come quelle del Mezzogiorno, scuole e università non si limitano al compito di istruire, formare ed educare ragazze e ragazzi, ma costituiscono dei veri e propri baluardi di democrazia e di legalità.

-Va posta particolare attenzione su ciò che avviene nel campo del centrosinistra, a partire dal PD, senza però correre dietro a questo o quel candidato segretario. Nelle elezioni europee si gioca una partita importante, durante la quale dovremo affermare che si possa recuperare sovranità nazionale anche attraverso la realizzazione di una vera Europa dei popoli, fondata sui valori di uguaglianza e solidarietà internazionale e su una piena legittimità democratica. Un’Europa dotata di organismi democraticamente eletti, ai quali risponda un “Governo europeo”, che risponda anche a regole più condivise e sentite, rispetto agli attuali equilibri tra gli stati membri. Questa consapevolezza, tuttavia, non può e non deve tradursi in ammucchiate forzate o alleanze indesiderate solo per portare a casa un qualche strapuntino a Strasburgo.

-Proprio a fronte dell’importanza straordinaria e quasi epocale che in questo momento storico assumono le prossime elezioni europee, una nuova politica di Sinistra dovrà combattere e contrastare la superficiale e comoda guerra portata avanti dai populismi giallo-verdi contro le istituzioni comunitarie come uniche responsabili di tutti i nostri problemi di crescita. La propaganda governativa vorrebbe liquidare l’Europa come nostro unico nemico, vera causa dell’incapacità italiana di uscire dalla crisi. In realtà se siamo fanalino di coda non solo a livello economico le cause vanno seriamente indagate innanzitutto nei problemi strutturali che, non da ora, affliggono il nostro tessuto produttivo, nella mancanza di una vera politica economica ed industriale nazionale, che non investe in innovazione e non si pone da decenni il problema del rilancio del sud, considerato ancor di più oggi dagli attuali populisti solo come miserevole mercato di sbocco del nord, zavorra criminale e terra degli sbarchi dei disperati. L’Europa, invece, per noi deve e può essere occasione di rilancio di un nuovo modello di economia ecocompatibile e di nuove opportunità lavorative per i giovani e per le donne, i soggetti meno garantiti. Vogliamo impegnarci per un nuovo progetto di Europa, un’Europa verde unico interlocutore possibile delle potenze mondiali Cina e USA, un’Europa della cultura e dei diritti universali dei cittadini e delle politiche di genere, con regole e accordi tra gli Stati membri ridiscussi e riprogettati, e più convintamente condivisi da tutti.

-Bisogna riconoscere che il susseguirsi, ogni pochi mesi, di sempre nuove e sempre importanti elezioni non aiuta un processo di maturazione e radicamento di una nuova forza politica di Sinistra, le sue più profonde e fondanti convinzioni, la sua organizzazione democratica e la sua capacità di intervenire nella situazione politica nazionale ed internazionale con la dovuta prontezza ed autorevolezza. A questo proposito si chiede che il percorso che dovrà portare ad un congresso fondativo non sia affrettato, per nessun motivo, contingente o meno che sia, e che comunque si apra una fase che in diversi mesi possa garantire un’ampia discussione e un rinnovamento complessivo delle dirigenze. Tale rinnovamento, che non ha connotati necessariamente anagrafici, è ormai ineludibile anche al di là di una analisi delle responsabilità, che pure ci sono e non possono essere ignorate, che hanno portato al deludente risultato elettorale del 4 marzo 2018, e dell’empasse che ha caratterizzato i mesi successivi a quelle elezioni.

-Vanno condannati senza se e senza ma atteggiamenti e prese di posizione in contrasto con i principi di accoglienza, solidarietà, libertà, democrazia, da chiunque  espressi. Le preoccupazioni per sicurezza e legalità, NON possono impedire il salvataggio di centinaia e migliaia di persone in balia del mare; non possono impedire di accogliere e di tenere in conto la vita e la salute di chi è in pericolo di vita o versa in pericolose situazioni sanitarie. La barbara ostentazione di forza con la cosiddetta chiusura dei porti non trova riscontro né nel diritto (italiano o internazionale), né tantomeno nella dovuta solidarietà e attenzione nei confronti di esseri umani sofferenti ed in pericolo.

Giuliano Laccetti, Tina Quarto, Vincenzo Di Costanzo per
L’Assemblea di Articolo UNO – MDP Napoli zona collinare, Napoli 26 gennaio 2019