DISPOSITIVO FINALE 29 maggio
COORDINAMENTO METROPOLITANO NAPOLI ARTICOLO UNO
Una nuova sfida per Napoli e la Campania
Dopo la Direzione Nazionale che ha definito l’agenda delle nostre priorità in materia economica e sociale, avvertiamo la necessità di un’accelerazione politica del nostro lavoro in vista della prossime scadenze elettorali amministrative che si vanno individuando per settembre.
Vogliamo partire dai bisogni dei cittadini in questa fase inedita. La domanda di protezione emersa dentro la crisi pandemica da Covid-19 riporta ad una nuova centralità dei beni pubblici e a una nuova funzione dello Stato.
La ricaduta economica e sociale della crisi sanitaria al Sud è altissima per l’aumento delle diseguaglianze, sommandosi a fragilità strutturali e a ferite non ancora sanate dalla crisi precedente.
La drammatica vicenda del Covid19 ha mostrato tutta l’inadeguatezza di un federalismo che rischia di tradire il principio solidaristico unitario alla base del patto costituzionale, arrivando a 21 modelli organizzativi sanitari diversi. Riteniamo che questa occasione possa dare un segnale contro le pulsioni di secessione dei ricchi nella fase nuova che si apre con il rinnovo delle istituzioni regionali.
I provvedimenti messi in campo dal Governo provano a concentrarsi sulle condizioni di drammaticità anche nel Mezzogiorno, a partire dagli interventi a favore del tessuto sociale che però vanno irrobustiti ed estesi, a cominciare dal Rem, e necessitano di una rapida attuazione. E’ significativo che, grazie all’impegno del Ministro Speranza durante l’emergenza sanitaria, l’investimento nella sanità pubblica diventa molto più robusto per le regioni meridionali, come l’impegno per aumentare i posti letto in terapia intensiva che riguarda per quasi il 40% il Sud.
Tuttavia, anche a causa di intollerabili ritardi con cui stanno arrivando ai destinatari diversi interventi di liquidità come la cassa integrazione in deroga o il sostegno alle piccole e medie imprese, restiamo seriamente preoccupati per il rischio di tensioni sociali che possono anche essere alimentate dalla camorra che sfrutta il legittimo risentimento e l’aumento delle povertà con una risposta criminale soprattutto nelle periferie.
È importante, inoltre, restituire piena importanza alla scuola pubblica che ha sofferto moltissimo la fase della pandemia, avendo come primo obiettivo gli interessi degli studenti, con investimenti nelle strutture e nella formazione, in ascolto con le sofferenze e i problemi di tanti docenti, spesso precari.
La Regione Campania ha retto bene l’emergenza epidemiologica, non solo perché il contagio ha colpito meno il Sud, ma anche per le misure adottate per contenere l’espansione.
Il voto per il rinnovo del Consiglio e del Presidente della Regione non sarà affatto un passaggio ordinario. Il campo largo democratico e progressista, la cui unità resta premessa essenziale per battere le destre sovraniste, deve avvertire l’urgenza di pensare ad un progetto di ricostruzione della Regione che affronti l’emergenza sociale e ambientale, rilanciando lo sviluppo dei territori campani.
Non serve rincorrere modelli plebiscitari e presidenzialisti nella gestione dell’ente regionale.
Il nostro compito resta innanzitutto quello di rilanciare e valorizzare un dibattito pubblico di valore programmatico sulle prossime sfide che la Regione avrà di fronte nei prossimi cinque anni, a cominciare dalla questione ambientale e socio-sanitaria, per arginare la desertificazione industriale, l’impoverimento produttivo e l’emigrazione giovanile dalle nostre terre troppo spesso prive di opportunità professionali e di qualificati sbocchi occupazionali.
Confermiamo l’utilità di dar vita ad una lista progressista e ambientalista, della sinistra riformista, socialista e di governo, del cattolicesimo democratico, dei movimenti, dell’associazionismo e del volontariato, con un chiaro profilo identitario, dentro un rinnovato campo largo del centrosinistra.
La candidatura a Presidente di Vincenzo De Luca appare la più opportuna per il consenso significativo che raccoglie tra cittadini e forze politiche, nell’auspicio che si consolidi in Regione lo schema di coalizione nazionale con il M5S, evitando in ogni modo la proliferazione di liste civiche o la presenza di personalità di dubbia estrazione.
Ora, a sinistra, serve presto simbolo e nome della lista unitaria dei progressisti campani per lanciare una nuova soggettività politica dentro la coalizione democratica che interpreti e rilanci la fase di radicale cambiamento che va aperta in Campania.
A Napoli serve una fase nuova, uno scatto in avanti.
Crediamo nella collaborazione istituzionale, non nel conflitto tra enti locali e Governo, e per questo la cabina di regia per la fase 2 nel Comune di Napoli può rappresentare quel luogo di confronto dove tutte le forze politiche cittadine possono responsabilmente contribuire alla discussione sugli indirizzi futuri nel tempo della peggiore crisi economica dal secondo dopoguerra. Con questo spirito, noi daremo una mano alla città.
Serve una discussione nuova e aperta in grado di riprogettare il futuro di Napoli, sul valore che dovranno avere l’industria, la logistica, la cultura, l’innovazione, l’urbanistica, la mobilità e la sostenibilità ambientale nella capitale del Mezzogiorno in rapporto col Mediterraneo dentro un nuovo mondo deglobalizzato.
Dopo 9 anni l’Amministrazione De Magistris non ha fatto emergere né il profilo né una nuova idea di città per i prossimi decenni, ha frammentato il campo democratico e ora naviga in una fase di logoramento amministrativo percepito dai cittadini, con un livello molto basso di qualità della vita ordinaria e la pesantezza di una condizione drammatica di disavanzo economico dell’ente, nonostante il contributo che la sinistra ha svolto in Consiglio Comunale nel sostenere politiche ambientali, di miglioramento della mobilità cittadina, delle politiche culturali ed il lavoro in atto per la definizione del Puc.
L’errore capitale dell’esperienza arancione è stato probabilmente isolare Napoli da un confronto positivo con la Regione e il Governo, ma la città ha bisogno urgente di tornare a riprendere la sua naturale centralità e collocazione di baricentro del dibattito politico nella nuova stagione che si sta aprendo con il rinnovamento dell’istituzione regionale e nel nuovo dibattito per il Mezzogiorno.
Allo stesso modo è mancato un serio investimento sulla Città Metropolitana.
Non abbiamo sostenuto mesi fa la mozione di sfiducia presentata dal PD in Comune insieme al centrodestra perché giudicammo allora la scelta di portare ad un commissariamento un elemento di irresponsabilità politica e un atto segnato dal trasversalismo privo di un progetto serio per la città.
L’ipotesi di un voto congiunto per la Regione e il Comune di Napoli nel prossimo settembre non si presenta come un’occasione seria se non chiama la città, i suoi protagonisti, le forze politiche e le tante personalità della città ad un momento per ripensare in positivo al futuro di Napoli. Non saremo interessati ad una manovra di palazzo, a vecchie logiche di notabili o ad un mero disegno tattico di dialettica politica lontana dal sentire comune e dai bisogni dei cittadini napoletani.
Per queste ragioni, continueremo ad approfondire i canali di dialogo con tutte le forze e le diverse soggettività del centrosinistra, a cominciare dal PD, per aprire nei tempi giusti una nuova stagione riformatrice per Napoli che veda protagonista un rinnovato campo democratico e progressista.
Con lo stesso spirito unitario, per costruire coalizioni civiche con una presenza visibile della sinistra, diamo mandato all’Esecutivo Metropolitano di definire le candidature per tutti i Comuni al voto nella tornata autunnale e al Coordinatore Metropolitano di raccogliere e selezionare le proposte di candidature di donne e uomini iscritti alla nostra organizzazione politica per comporre la lista progressista unitaria che sarà in campo nella competizione regionale in raccordo con la Segreteria Regionale.