Al di là di mere enunciazioni di principio e alcune decisioni positive, come il rinvio della obbligatorietà dei test Invalsi e del raggiungimento di un monte ore minimo di alternanza scuola-lavoro per essere ammessi agli esami di maturità 2019 o come la definitiva messa in soffitta delle cattedre Natta, sul tema Istruzione e Università non ci sono impegni precisi, se non un rinvio alla Legge di Bilancio.
Non possiamo che restare vigili e in attesa delle decisioni operative. Le recenti e continue dichiarazioni del ministro Bussetti purtroppo non lasciano molte speranze, a partire da quella, pericolosa, sulla possibile regionalizzazione degli insegnanti, chiesta dal Veneto e dalla Lombardia nella loro complessiva richiesta-proposta di regionalismo differenziato, individuata come “una opportunità, un modello anche virtuoso di gestione più capillare delle scuole”; arrivando fino alla giustificazione di un pur piccolo taglio di circa 100 milioni sul budget destinato all’Istruzione, con la bizzarra dichiarazione: “Non è detto che per migliorare servano più finanziamenti: la scuola deve diventare efficiente con quello che ha. Come diceva mia nonna: ci si scalda con la legna che si ha. Ma cercherò di trovare risorse durante l’iter parlamentare”. Significativa infine la totale assenza di misure e di dichiarazioni sulle cosiddette classi pollaio, la cui sparizione doveva essere, secondo il Contratto di Governo 5S-Lega, una delle priorità massime.
Per quanto riguarda l’Università, non si va oltre un generico impegno ad una “stabilizzazione da parte delle Regioni del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti meritevoli, ma privi di mezzi”, che non è chiaro cosa realmente significhi, ed una dichiarazione del Ministro che ricorda che “cercherà” di trovare una cinquantina di milioni per aumentare il contributo statale alle borse di studio. Altre roboanti dichiarazioni su stanziamenti per posti di ricercatore e per aumento di fondi per le borse di studio per le scuole di specializzazione mediche non sembrano per ora trovare riscontro nel Def. Nulla sulla questione del numero chiuso, pure sbandierata ai quattro venti per poi fare precipitosamente marcia indietro.
Le organizzazioni studentesche sono già in “agitazione e mobilitazione”. In un recente incontro con il vicepremier Di Maio, avrebbero ottenuto assicurazioni su varie questioni: estensione della no-tax area, fondi per il diritto allo studio, edilizia universitaria, codice etico, accesso libero agli studi universitari. Anche in questo caso però bisognerà attendere i risvolti concreti.
È indispensabile che il governo garantisca una tempistica certa per le varie operazioni annunciate. E che stanzi quei finanziamenti che, promessi a tutti, solo a Istruzione, Scuola, Università e Ricerca sembrano essere addirittura negati in partenza.
Giuliano Laccetti, responsabile regionale Università Scuola Cultura Articolo Uno-Mdp Campania
Alessandro Zampella, responsabile metropolitano Scuola Articolo Uno-Mdp Napoli