Care compagne e cari compagni del Partito Democratico,
vi scrivo questa lettera perché, come tanti di noi, sono attento e interessato a quello che state per decidere.
Non voglio parlarvi dell’esito elettorale che possiamo definire in due parole: sonora sconfitta.
Non voglio parlarvi neanche delle mancate alleanze, della mancata costruzione del cosiddetto “campo largo”, causa ultima, tecnica, ma non primaria della sonora sconfitta. Quello di cui voglio parlarvi è oggi oggetto di tante analisi e pareri, della dirigenza del vostro partito e di molti di voi, iscritti od elettori del Partito Democratico: il vostro Congresso, definito da Letta, “aperto” e “costitutivo”.
“Aperto” a chi non è iscritto al Pd e “costitutivo” sino a ridiscutere nome e simbolo, dice sempre Letta. In particolare vorrei parlarvi della questione “apertura” agli esterni al Pd. Se, come dicono in tanti, tra gli esterni ci sono anche i compagni di Articolo Uno e in generale della “sinistra fuori dal Pd”, così si legge da dichiarazioni di esponenti del Pd, mi permetto di dare un consiglio in vista della definizione delle regole del Congresso. Se pensate che questo apporto debba esserci, sia utile, conosco questo mondo della sinistra, lo frequento da almeno 5 anni e, vi dico, nessuno pensi che questo mondo, organizzato o diffuso, possa partecipare alla “fase 1” o della “chiamata”, delle 4 indicate, facendo la tessera del Partito Democratico. Con diverse motivazioni, questo non avverrebbe se non in maniera residuale.
C’è un solo modo per avere il coinvolgimento di queste donne e questi uomini. Anzi ce n’è più d’uno, a seconda dell’attuale collocazione di ognuno di loro. Provo ad elencarli, entrambi da costruire per rendere pervia e agibile la prima e seconda fase, dette della “chiamata” e della “discussione”:
1) costituire un primo nucleo di partiti o movimenti, magari a partire da quelli della Lista Italia Democratica e Progressista, in una specie di Comitato Promotore, e consentire alle iscritte e agli iscritti di queste formazioni di partecipare;
2) consentire la partecipazione a qualunque donna o uomo della sinistra consegnando una sorta di “certificazione”, senza simboli o nomi in alto, in cui ci sia scritto solo “fondatore del nuovo soggetto politico della sinistra italiano, membro del PSE”.
Questa è, secondo me, la via per aprire giovandosi dell’apporto esterno, di tante e tanti. La partecipazione alla terza e quarta fase (riduzione a due dei candidati segretari e primarie aperte a tutti) risultano problematiche per tanti e magari nella fasi 1 e 2, in cui “si discute tutto”, si discute anche delle regole delle primarie aperte e si decide di cambiarle. Se questo avvenisse, insieme al nuovo soggetto, io penso arriverebbero in tanti e molti resterebbero sino alla fine e, penso, sarebbero iscritte e iscritti, il rinnovato corpo vitale e attivo, del “nuovo soggetto politico della sinistra membro del PSE” (non centrosinistra, il centrosinistra non esiste in Europa, esiste destra e sinistra). Credetemi o lo si apre davvero, riconoscendo dignità ad altri partiti o movimenti della sinistra, anch’essi disponibili ad esaurirsi nel “nuovo soggetto”, ai singoli o altrimenti non ci sarà la corsa a fare la tessere dell’attuale partito.
Scusate, ma mi sembrava importante portarvi questo elemento di conoscenza per voi che ci accingete, il 6 ottobre e dopo, a definire le regole che potrebbero risultare un ostacolo alla riunificazione in un nuovo soggetto della sinistra Italiana/europea che, da anni, è la nostra missione fondativa.
Buon lavoro a voi ma, spero, di poterlo augurare a tutti noi.
Paolo Trande