Continuiamo a pensare che al centro del dibattito politico debbano esserci i temi della salute, del lavoro, della transizione ecologica, dell’aumento di “luce e gas”, della riforma fiscale nel senso della progressività e della redistribuzione, della scuola etc ma non siamo “benaltristi” e non possiamo non valutare positivamente e caldeggiare l’adesione al Referendum “Cannabis Legale”.
La ragione principale sta nella possibilità di sottrarre alle mafie il traffico di cannabis e infliggere loro un colpo durissimo ma altre ragioni ci spingono a questa presa di posizione e tra queste:
- la possibilità di liberare i tribunali dal carico di processi per fatti di poco conto legati al consumo di cannabis;
- la possibilità di acquisto, senza dovere ricorrere al mercato clandestino gestito dalle mafie, per i tanti malati che utilizzano la cannabis per combattere il dolore cronico associato ad alcune malattie neurologiche, oncologiche etc;
- in generale, il fallimento, documentato anche da agenzie multilaterali autorevoli come l’ONU, della strategia proibizionista che sin qui ha prodotto solo guerre di cartelli e migliaia di morti;
- l’aver verificato che nei Paesi in cui è stata legalizzata si è posto fine al traffico e si è depotenziata duramente la criminalità organizzata.
Tecnicamente il referendum il referendum elimina il reato di coltivazione, rimuove le pene detentive e cancella sanzione la sanzione amministrativa del ritiro della patente (non per il reato di omicidio stradale colposo legato ad alcol o uso di stupefacenti) e da sabato 11 settembre è possibile aderire ad un referendum online aperto a tutti i cittadini sul sito www.referendumcannabis.it . Le firme servono anche per superare l’ostruzionismo delle destre dopo l’approvazione del testo base in Commissione Giustizia (sostenuto da PD, M5S, Liberi e Uguali, Radicali e + Europa) che depenalizza la coltivazione di massimo 4 piante di cannabis e inasprisce le pene per il traffico, la detenzione e lo spaccio di grandi quantità. Una misura a tutela dei 5-6 milioni di consumatori e contro le narcomafie. L’iter dell’approvazione della legge è lungo: dovrà affrontare il voto sugli emendamenti e per questo bisogna sostenerla per dare fine alla ipocrisia in cui il consumo di cannabis non è reato ma lo è produrla o acquistarla.
Per fare ciò bisogna raccogliere 500 mila firme digitali sul sito www.referendumcannabis.it entro la fine del mese.
Una corsa contro il tempo a cui ci aggiungiamo nella speranza che il nostro Paese, al pari di Stati Uniti, Canada e altri Paesi, superi una legislazione schizofrenica e ipocrita che assorbe tante risorse di Forze dell’Ordine e Tribunali in maniera spesso inutile, afinalistica.