Articolo Uno Bologna: il nostro ricordo di Luigi Mariucci

Bologna
Il lavoro è stato il vero fil rouge del profilo intellettuale e politico di Luigi Mariucci.
La sua bussola nello Statuto dei lavoratori, voluto da Giacomo Brodolini, portato a termine da Gino Giugni. Fu proprio la Fondazione Brodolini a conferirgli un premio per la migliore tesi in materia di Statuto dei lavoratori.
Dopo la laurea nell’Università di Bologna con Federico Mancini Luigi sale rapidamente tutti i gradini della carriera accademica sino a diventare, nel 1985, professore ordinario di Diritto del Lavoro come vincitore di concorso, con voto unanime della Commissione.
Nel 1986 è a Ca’ Foscari a Venezia. Soggiorni studio nella Università di California, nell’Institut of Industrial Relations di Berkeley, Professore aggregato nelle Università di Nantes e di Paris X-Nanterre nel 1986-87, tiene conferenze nella Università spagnola di Castilla-La Mancha, nella Facultade de Derecho della Università di Montevideo e nella Facultade de Direito della Università di Sao Paolo. È condirettore della rivista “Lavoro e diritto” edita dal Mulino.
È protagonista della stagione dell’inizio degli anni Novanta quando si intrecciano i nodi di una crisi al contempo morale, istituzionale ed economico-sociale.
Nel 1990 viene eletto consigliere regionale in Emilia-Romagna e rieletto nel 1995. Dal luglio 1993 al maggio 2000 è assessore regionale agli affari istituzionali per l’Emilia-Romagna e in tale veste è coordinatore per la materia degli affari istituzionali della Conferenza dei presidenti di Regione.
Un frutto di questi anni è nel volume dal titolo Il federalismo preso sul serio. Una proposta di riforma per l’Italia, curato da Luigi, prefazione di Pier Luigi Bersani, con contributi di Roberto Bin, Marco Cammelli, Adriano Di Pietro, Giandomenico Falcon, Bologna, Il Mulino, 1996. Una proposta di valore anche politico-istituzionale in quanto convalidata dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna.
È stata tra le voci critiche più autorevoli contro il Jobs Act proprio in quanto in contraddizione con lo Statuto dei lavoratori, in particolare su un punto: non può esserci monetarizzazione che possa compensare il diritto alla dignità del lavoro. Successivamente, sul sito online “Strisciarossa”, il 26 settembre 2018, scrive un articolo dal titolo Schiaffo della Consulta: sugli indennizzi ai licenziati il Jobs Act è incostituzionale.
Si schiera per il no al referendum del 4 dicembre 2016 e, alla fine di febbraio del 2017, è tra i fondatori di Articolo Uno, senza far mancare, sino a quando le forze glielo consentono, il suo contributo, intelligente, raffinato e chiaro, sempre attento ai movimenti sociali e caratterizzato dalla curiosità e dalla ricerca.
In Luigi la speranza di una nuova formazione della sinistra non era mai disgiunta dalla coscienza della necessità, dell’urgenza di un profondo cambiamento del sistema politico.
Luigi ha fatto, con coerenza e coraggio, del lavoro la sua autentica missione professionale e di vita, in coerenza con l’articolo uno della Costituzione che pone il lavoro all’inizio, al centro e al fondamento dell’intero edificio costituzionale.
Lo ricordiamo e lo piangiamo con la sua famiglia e con tanti amici e compagni che gli hanno voluto bene.
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