Articolo Uno Bassano del Grappa: sindaca Pavan non conosce legge Zan

Veneto

Ieri sera, durante il consiglio comunale di Bassano del Grappa, la sindaca Pavan esprime la propria contrarietà alla Legge Zan, legge che probabilmente non ha letto nella sua interezza. Ricordiamo dunque alla sindaca e alla giunta che cos’è la legge Zan e di cosa parla.

Siamo in un periodo storico in cui ad un ministro per gli affari europei viene vietato l’accesso ad alcune zone del paese in cui si è recato in visita ufficiale solo perché omosessuale. Un periodo in cui a causa della pandemia chi più ha perso il lavoro sono le donne –in quanto assunte coi contratti più precari- e chi lo ha mantenuto occupa la maggior parte dei posti con il più alto rischio contagio. Un periodo in cui chi è espressione del potere economico chiede che vengano dati i vaccini a chi lavora anche quando sono sufficienti le misure di contenimento già in vigore, ritenendo che sgravare le aziende da questi oneri sia più importante di tutelare le categorie più fragili che non hanno una vita dimezzata, ma in molti casi completamente annientata.

A tutto questo l’Europa risponde dichiarandosi LGBTIQ Freedom zone, la Scozia approva una legge per tutelare i più deboli dai crimini d’odio e a Roma giace la legge Zan, che punta a definire nero su bianco che le discriminazioni sulla base di orientamento sessuale, genere e disabilità non sono degne di un paese civile come vorrebbe ritenersi l’Italia.

In questo panorama Bassano del Grappa sceglie, tristemente, di confermare lo status quo, con la sindaca che si fa portavoce del diritto della società in cui vive di discriminarla, mostrandosi vittima di un sistema patriarcale che non le fa riconoscere i limiti che si sta autoimponendo e priva non solo di comprensione riguardo le vittime di questo sistema ma anche delle basilari conoscenze di lettura del mondo in cui viviamo.

Una persona non sceglie di nascere bianco, nero, omosessuale, donna, disabile. La sindaca -che è donna- dovrebbe saperlo bene. Forse è una donna che non si è mai resa conto delle discriminazioni che subisce o che non ne ha mai vissute, eppure la legge Zan a cui lei ha posto contro Bassano del Grappa parlava anche a lei e ai suoi diritti.

Non ritenere importanti i propri diritti non è però l’unica dimostrazione che ha dato la sindaca Pavan.

“Reputiamo che debba essere nella totale libertà di ognuno avere opinioni sulla contrarietà alle relazioni omosessuali” -parole espresse dalla maggioranza- non sono parole in linea con la nostra Costituzione. Non sono nemmeno in linea con il buonsenso, in quanto sarebbe come decidere di porre nero su bianco che è legittimo essere contrari ai matrimoni in chiesa e ritenere ognuno libero di agire per togliere a chi vuole sposarsi questo diritto.

Questa posizione si pone direzione completamente opposta rispetto all’adesione nel 2017 alla “Rete RE.A.DY” (Rete nazionale delle Amministrazioni Pubbliche Anti Discriminazioni per l’Orientamento Sessuale e Identità di Genere) la cui finalità era invece di individuare, condividere e promuovere politiche di inclusione sociale per le persone LGBT.

Anche se la sindaca Pavan non vuole, però, i Bassanesi ci saranno, perché Bassano è figlia della Resistenza.

Delizia Catrini, segretaria provinciale Articolo Uno Vicenza
Mauro Beraldin, segretario Articolo Uno Bassano del Grappa