“Le vicende ancora non terminate dello sciame sismico e dell’attività dell’Etna ripropongono un tema che non riesce a diventare centrale nel dibattito pubblico del Paese e nelle scelte da assumere”. Lo scrive su Facebook il deputato di Leu Guglielmo Epifani. “Perseveriamo a indignarci, a lamentarci, a fare interventi straordinari e gesti di solidarietà – prosegue Epifani – quando le cose avvengono. Nel mezzo però, continuiamo a muoverci in un tracciato di gestione ordinaria di un tema che non è né casuale né imprevedibile. L’Italia per oltre due terzi del suo territorio è attraversata da faglie e movimenti della terra che periodicamente producono terremoti dagli effetti devastanti; eppure a ciò non si risponde con un progetto organico di messa in sicurezza del territorio, delle case, delle scuole, delle attività produttive e degli uffici pubblici”.
“Al massimo, molte volte in ritardo, si risponde con i piani di ricostruzione di quello che è crollato, lesionato o pericolante e con il sostegno alle persone costrette ad abbandonare case e attività. Anche l’ultima legge di bilancio, quella di questa maggioranza che ha vinto le elezioni, non si sottrae a questa logica ed anzi, assumendo altre priorità, finisce per confinare ai margini l’esigenza di cambiare finalmente lo spartito della politica economica. Di Maio va a Catania – sottolinea nel post Epifani – e promette aiuto e interventi e così facendo conferma quanto sia inadeguato e sbagliato l’asse della politica del Governo”.
“Senza un progetto che metta risorse e strumenti al servizio di un gigantesco programma di messa in sicurezza del territorio e faccia della questione ambientale il cuore di una riconversione ecologica della nostra economia, l’Italia non uscirà né dalla permanente precarietà di vita e di sicurezza di gran parte del suo territorio, né da una crescita senza investimenti e per questo asfittica e modesta.
Infine è giusto fare un’ultima considerazione. Ha destato molta polemica il modo con cui Matteo Salvini, la mattina seguente alla scossa di terremoto e alla uccisione di un collaboratore di giustizia protetto dallo Stato, ha iniziato la sua giornata sui social. D’altra parte può accadere, se si esagera con l’uso di una modalità continua di esternazioni, di commettere errori e fare figure discutibili.
Nessuno però ha ricordato che chi oggi al Governo è chiamato ad occuparsi di quello che è successo nella provincia catanese, non tanto tempo fa aveva alluso con la locuzione “forza Etna” a un pregiudizio tanto sbagliato quanto inaccettabile. E’ troppo chiedere oggi ragione di quella espressione e chiedere scusa?”, conclude Epifani.