Il polo industriale di Siracusa, che dà lavoro a 10000 persone, 8000 diretti e 2000 indiretti, è in grave difficoltà. Ai problemi storici, legati alla funzione stessa del petrolchimico, si sono aggiunte le problematiche derivanti dal conflitto in corso in Ucraina che hanno ulteriormente aggravato la situazione.
Le istituzioni e le forze politiche hanno il dovere di intervenire e trovare una soluzione al più presto. Una crisi del Polo di Siracusa comprometterebbe il sistema industriale della Sicilia e arrecherebbe un danno a tutto il Mezzogiorno. La perdita di migliaia di posti di lavoro in un un territorio già caratterizzato da una forte disoccupazione e da gravi disuguaglianze sociali deve essere assolutamente scongiurato anche per evitare che la criminalità organizzata possa soffiare sul fuoco della crisi per rafforzarsi.
La transizione energetica può essere un’occasione per trasformare, modernizzandolo, il polo di Siracusa ma nel frattempo vanno sostenute le attuali produzioni per evitare il collasso. Le organizzazioni sindacali di categoria e nazionali di Cgil, Cisl e Uil sono impegnate oggi sia sul sito di Siracusa che al Mise a Roma. Le loro rivendicazioni contengono indicazioni precise, condivisibili, per contrastare la crisi del momento e aprire una prospettiva nuova e sostenibile sul piano sociale e ambientale.
Articolo Uno farà la sua parte per cercare una soluzione giusta e condivisa ed è disponibile a lavorare insieme a tutte le forze, politiche e sociali e alle istituzioni, nazionali e locali, per difendere e rilanciare il polo di Siracusa
Lo dichiarano
Arturo Scotto, coordinatore nazionale di Articolo Uno
Piero Latino, responsabile nazionale Lavoro
Pippo Zappulla, segretario di Articolo Uno Sicilia