“Ogni persona ha diritto ad essere trattato secondo un principio di umanità e in questo caso si tratta di un uomo di 74 anni, che ha sempre pagato il prezzo delle proprie convinzioni e che oggi rischia la vita per esse, attuando una forma estrema di protesta che lo ha drammaticamente debilitato fisicamente”. Cosi’ Michele Piras (MDP) in una lettera inviata al capo dello Stato Sergio Mattarella, spiega le motivazioni per le quali chiede un gesto di clemenza per il leader indipendentista Salvatore Meloni, “storico esponente politico della mia terra, che ha sempre manifestato le proprie opinioni in maniera esplicita ed in favore di una Repubblica sarda, indipendente dall’Italia: posizioni ideologiche affatto condivisibili da chi Le scrive ma per le quali Salvatore si e’ sempre battuto in maniera coraggiosa, pagando in prima persona ogni prezzo dovuto alle proprie convinzioni”. “Negare gli arresti domiciliari – continua Pras – significa negare nei fatti la possibilità di cure adeguate, per un caso che – con ogni evidenza – non presenta elementi di pericolosità sociale, rischi di fuga ne’ di reiterazione del reato”. Nella lettera Piras ricorda che Meloni, “Doddore come lo chiamiamo noi sardi”, è detenuto dal 29 aprile per evasione fiscale nel carcere di Uta, nella provincia di Cagliari. “Dal momento dell’arresto e per 47 giorni ha condotto uno sciopero della fame, che ha determinato uno stato di profonda prostrazione fisica in seguito alla quale e’ stato ricoverato nell’Ospedale Santissima Trinita’ di Cagliari e poi trasferito nel Centro clinico del carcere di Uta”. E “Il 19 giugno scorso il Magistrato di sorveglianza del Tribunale di Cagliari ha respinto la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal legale per gravi motivi di salute”.