“L’alta partecipazione allo sciopero dei medici è l’ennesimo grido di allarme di professionisti che hanno a cuore il buon funzionamento dei servizi sanitari e sono sempre più frequentemente costretti a lavorare in condizioni organizzative e strutturali al limite del sopportabile. Più volte, anche con i nostri emendamenti alla legge di bilancio, abbiamo chiesto al ministro e al governo di prendere seriamente in considerazione il superamento di vincoli e restrizioni che, anche a parità di spesa, avrebbero potuto dare un segnale di attenzione a tanti operatori. Ma siamo sempre rimasti inascoltati ”. Lo dichiara in una nota Nerina Dirindin, esponente di Liberi e Uguali e senatrice di Mdp.
“Il silenzio assordante del Governo rende ormai chiara la sua strategia: il depotenziamento strisciante del servizio sanitario. E a poco serve la vicinanza del Ministro ai medici in sciopero. Serve ben altro di una dichiarazione di cortesia!”, sottolinea.
“Servono segnali concreti di attenzione a temi strategici per il rilancio del sistema, come il personale e gli investimenti, a partire dalla legge di bilancio che invece non interviene. Nulla si dice sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale, che resta fermo a quanto previsto un anno fa, nonostante l’impegno formalmente assunto dal Governo in Parlamento a invertire la rotta. Nulla sul personale. Bastano pochi numeri per mostrare come la situazione sia prossima al collasso – aggiunge Dirindin – Dal 2010 al 2016, la spesa per il personale dipendente del Ssn si è ridotta di 2,3 miliardi di euro. Nei prossimi 10 anni, la sanità pubblica perderà in media 2 medici al giorno, tra pensionamenti, blocco del turnover, imbuto formativo e vincoli di bilancio. Mancano circa 15 mila infermieri. Una situazione che non può continuare ad essere ignorata”.