”Dobbiamo difendere le caratteristiche dell’universalità e dell’uguaglianza del nostro Servizio sanitario nazionale che hanno rappresentato una svolta cruciale e una tappa fondamentale dell’evoluzione della democrazia nel nostro Paese. Troppe volte assistiamo alle tentazioni da parte dei Governi, ivi incluso quest’ultimo, di favorire il ruolo dei privati fino a snaturarne l’essenza che lo ha reso tra i primi sistemi sanitari al mondo per qualità e quantità delle prestazioni”. Lo ha dichiarato la vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, Michela Rostan.
“Universalistico vuol dire che in Italia qualunque persona bisognosa di un trattamento medico-sanitario indipendentemente dal censo, dal ceto sociale, dall’etnia, dalla religione, riceve lo stesso medesimo livello di assistenza e, soprattutto, in maniera essenzialmente gratuita prosegue la deputata di Liberi e Uguali. Oggi questo non sempre avviene. Restano differenze inaccettabili tra prestazioni sanitarie al Nord e al Sud del Paese. Resta il problema dei tempi delle liste d’attesa che vanno dai 15 giorni del Veneto agli oltre sessanta giorni delle regioni del Sud. Restano 11 milioni di italiani che non si curano perché non possono consentirselo. Il 38 per cento di questi risiede al Sud. Per onorare davvero i 40 anni da quando Tina Anselmi, prima donna a essere titolare del dicastero alla Sanità, lo istituì lavoriamo per abbattere queste inaccettabili differenze”.