Il tavolo di crisi convocato per domani è importante, ma non basta. Nel caso della Pernigotti non ci troviamo davanti ad un gruppo imprenditoriale ma ad un gruppo di “prenditori”, che sta cercando di prendere il meglio dalla produzione del territorio e portarsi via il marchio fondato nel 1860.
Lo afferma in Aula il capogruppo di LeU Federico Fornaro replicando alla risposta del ministro Di Maio all’interrogazione di Liberi e Uguali sulla Pernigotti.
E’ importante, prosegue Fornaro, che la cassa integrazione venga erogata non per chiusura dell’azienda ma per ristrutturazione, che consente maggior tempo e una possibile via d’uscita: la vendita dell’azienda a un vero imprenditore. L’esternalizzazione, la terziarizzazione è fumo negli occhi e non salvaguarda il rapporto con il territorio che in questo caso vede la Pernigotti attiva da più di un secolo. Sulla salvaguardia del made in Italy LeU è disponibile a lavorare su una legge che vada nella direzione di legare i marchi storici al territorio: cioè l’uso del marchio legato al mantenimento dell’unità produttiva sul territorio a cui è storicamente legato. Credo che questo sia un terreno su cui ci possa essere una convergenza larga nella valorizzazione del Made in Italy ma soprattutto della salvaguardia della dignità dei lavoratori. Nei giorni scorsi mi sono recato allo stabilimento di Novi Ligure ed è stata una grande lezione di dignità. Dobbiamo fare di tutto per dare una risposta che sia all’altezza di quella lezione, conclude Fornaro.