“La situazione in Libia appare ogni giorno più atroce, sia nei centri di permanenza, sia sulle coste e acque libiche: condivido l’affermazione dell’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha definito la situazione disumana”.
L’eurodeputato Antonio Panzeri, presidente della Sottocommissione per i diritti dell’uomo al Parlamento europeo e Relatore permanente per il Parlamento sulla situazione in Libia non ha dubbi: “Le iniziative attuate fino ad oggi dall’Unione europea non sono sufficienti”. Spiega Panzeri, responsabile esteri per Articolo 1 MDP: “L’Unione europea ha iniziato un percorso di formazione destinato alla guardia costiera libica, affinché gestisca al meglio le proprie acque territoriali. Una soluzione che ha aiutato a fermare molti scafisti, ma è necessario chiedersi se il gioco vale la candela dal momento che i libici mettono in atto i loro salvataggi attraverso pestaggi e maltrattamenti per riportare poi i migranti a riva destinandoli a uno stato di prigionia nei centri di permanenza, spazi affollati dove abusi e violenze sono all’ordine del giorno”.
“È necessario inquadrare queste operazioni in una cornice più ampia, un progetto a lungo termine che miri a regolare i flussi migratori aprendo canali ufficiali. È importante esercitare tutte le pressioni internazionali perché il 17 dicembre si produca un accordo tra le parti, indispensabile per avere la stabilizzazione del Paese e il governo dei processi in corso.
“È qualcosa di fondamentale – conclude l’eurodeputato – non solo per gestire gli sbarchi sulle nostre coste, ma anche per garantire alle migliaia di persone costrette nei centri di permanenza il rispetto dei loro diritti umani e della loro dignità, oltre che per dare il via ad una politica di collaborazione che finalmente si occupi dei flussi migratori che agitano tutto il continente africano”.