La pandemia ha messo in evidenza la centralità della tutela della salute, a maggior ragione nei luoghi di lavoro. La tutela della salute nei luoghi di lavoro deve diventare una battaglia culturale. Il nostro Paese non può più sopportare tre morti al giorno. Siamo tutti d’accordo sulle cose da fare: la prevenzione, le tecnologie di innovazione che garantiscono sicurezza, la formazione e l’informazione, il tema della contrattazione e le assunzioni di ispettori. Ma il vero problema è la troppa frammentazione. La competenza della formazione e sulle Asl è regionale, l’ispettorato nazionale sul lavoro ha pochi soldi, INPS, INAIL, poi ci sono le competenze del ministero del Lavoro e di quello della Sanità e quelle tra Stato e Regioni. Assumere ispettori è condizione indispensabile e bene hanno fatto il ministro del Lavoro e quello della Sanità a confermarlo, ma non è condizione risolutiva. Per superare questa frammentazione è necessario portare a Palazzo Chigi presso la Presidenza del Consiglio la cabina di regia con tutti i soggetti interessati per una vera programmazione e un’efficace azione di coordinamento funzionale.
Lo afferma il deputato di LeU Guglielmo Epifani nella replica al premier Mario Draghi, nel corso del Question time a Montecitorio sulla sicurezza sul lavoro.