“Il problema non è in mare, ma a terra. La Libia è uno stato polverizzato, un paese con 1700 km di coste e oltre 4 mila chilometri di confine su terra, con Algeria, Chad, Egitto, Niger, Sudan e Tunisia. Nessuno di questi paesi confinanti è sicuro, ma sono confortato dall’impegno del Governo attraverso programmi di cooperazione allo sviluppo”. Lo ha dichiarato Lorenzo Battista, Senatore di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista, intervenendo in Aula dopo l’informativa del Ministro dell’Interno Minniti.
“Ci troviamo di fronte a un tema di scala mondiale, che chiama in causa le politiche di sviluppo dell’Occidente degli ultimi vent’anni e le responsabilità italiane e comunitarie”, ha osservato Battista, sottolineando che “la complessità del problema andrebbe affrontata con parsimonia di dichiarazioni improvvisate. Al contrario, in troppi contribuiscono a creare rumore di sottofondo. Lo stigma è oggi nei confronti delle ONG, ree di essere fattore di attrazione. Circostanza ampiamente smentita dai dati più recenti”.
“Per il 2017 – ha concluso – l’Italia è membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Una posizione dalla quale far sentire con maggiore forza la nostra voce per chiedere un impegno globale sui migranti, ma soprattutto la costruzione di corridoi umanitari per affrontare il dramma dei rifugiati nelle regioni più a rischio e per la lotta ai trafficanti di esseri umani che fanno affari con chi fugge dalle guerre e carestie. A novembre avremo la presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e credo che quella sia l’occasione giusta per porre il tema”.