Mafia: Scotto, inquietanti risposte di Nordio su don Mattia Ferrari

Italia

La risposta che il Ministro Nordio ha dato all’ interrogazione parlamentare presentata da me con Paolo Ciani ed Elly Schlein sulle minacce a don Mattia Ferrari da parte del portavoce della Mafia libica è davvero inquietante. È incredibile che uno stato democratico lasci senza alcuna protezione una persona, la cui testimonianza è stata raccolta oggi da Repubblica, che sta denunciando da anni i crimini dei trafficanti di carne umana e a bordo di Mediterranea è stato protagonista di missioni umanitarie per il soccorso in mare dei migranti.

Il messaggio che viene da via Arenula è in sintesi: se l’è cercata. Il Pm di Modena ha scelto di archiviare la querela adducendo motivazioni politiche e trincerandosi dietro un vuoto normativo che non prevederebbe per le minacce via social alcun risvolto penale.

Il ministro avalla così la scelta di non investigare seriamente sugli autori di condotte gravissime: l’attacco personale attraverso i social e la diffusione di documenti riservati e sensibili. I social non sono – per legge – un luogo di impunità, soprattutto per personaggi così pericolosi, esponenti della mafia libica con accesso privilegiato a documenti ministeriali.

Il Ministro Nordio praticamente conferma questa linea e non annuncia alcun intervento legislativo. Insomma, don Mattia rischia di restare solo. Con un Governo che non sembra voler garantire le minime misure di sicurezza necessarie per difenderlo dalle minacce di noti personaggi della criminalità. Un fatto molto grave.

Lo ha dichiarato Arturo Scotto, coordinatore di Articolo Uno e deputato del Pd – Italia democratica e progressista.