Al di là della propaganda governativa sulle ‘magnifiche sorti e progressive’, in Italia il Jobs Act, con decine di miliardi di euro di sgravi contributivi per le imprese, ha determinato un aumento smisurato del lavoro precario e a tempo determinato. Il lavoro povero segna le nuove generazioni che pagano il prezzo più pesante della crisi occupazionale con un tasso di disoccupazione oltre l’11%, il doppio della media europea e con una disoccupazione giovanile oltre il 37%.
Lo dichiara Gianni Melilla, deputato di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista e capogruppo in commissione bilancio a Montecitorio.
Aumenta invece l’occupazione a tempo indeterminato per cinquantenni e sessantenni, prosegue Melilla, a causa degli effetti nefasti della riforma pensionistica votata quasi all’unanimità dal Parlamento ai tempi del governo Monti.
Nella proposta di legge di bilancio 2018 purtroppo manca un serio piano di investimenti pubblici per il lavoro, a partire dal Mezzogiorno e per questo Mdp proporrà di inserire risorse per maggiori investimenti per il lavoro e la stabilizzazione del precariato pubblico nelle scuole, tra i vigili del fuoco, nella sanità, negli uffici giudiziari e negli enti locali.
La propaganda, conclude Gianni Melilla, non può incantare il dramma di milioni di persone con lavori precari o senza lavoro.