“Hanno fatto di tutto perché il testo che rispristina le tutele dell’art.18 sui licenziamenti disciplinari e collettivi non arrivasse in aula. Adesso che in aula ci arriva per davvero, faranno di tutto per rimandarlo in commissione e affossarlo. Un esponente della maggioranza parla di un testo “da anni 70, un totem ideologico antistorico nelle politiche del lavoro”. E lo stesso ritiene che affossarlo sia “una vittoria netta contro i conservatori”. Ora, in questi anni molti di noi hanno cercato di spiegare che un sistema economico non riparte se manometti le regole del mercato del lavoro, che poi al fondo ha sempre voluto dire comprimere la sfera dei diritti. Che bisogna fare politiche industriali. Che si dovessero spendere le risorse non per i bonus e le prebende alle imprese ma per un grande piano di investimenti pubblici. Che anziché inquinare il dibattito pubblico di slogan superficiali sulle mirabolanti quanto inesistenti proprietà taumaturgiche del jobs act, avremmo dovuto occuparci di ciò di cui dovrebbe occuparsi una sinistra moderna, vale a dire del rapporto tra processi di innovazione, automazione e la disoccupazione, di come si libera il tempo di lavoro grazie alla tecnologia e di cosa ne facciamo di quel tempo liberato. Che avremmo dovuto affrontare le sfide dell’era digitale, senza lo sguardo rivolto al passato ma occupandoci anche di quanto sfruttamento si nasconda dietro il lavoro governato dalle piattaforme digitali. Che avremmo dovuto fare un investimento senza precedenti sulla ricerca, sull’innovazione e sull’università. Che avremmo dovuto ridare una dignità al ruolo dello Stato nei processi economici e dello sviluppo, anziché associare il pubblico sempre a un’immagine di inefficienza. Che le imprese avrebbero beneficiato molto più di un grande piano infrastrutturale anziché di soldi a pioggia. Che c’è un tema gigantesco che riguarda le delocalizzazioni che stanno deindustrializzando il paese e che hanno a che fare con l’attrattività del sistema. Che c’è un’enorme questione salariale che ha un impatto negativo sulla produttività. E invece non hanno fatto nulla di tutto questo e ora ci ritroviamo a discutere del nulla. E nel vuoto, sono sempre le posizioni ideologiche (per davvero) ad emergere. Come quelle di chi dice che la modernità sia smantellare il diritto a difendersi, anche a fronte di un licenziamento ingiusto. Mi spiace per loro, ma un paese infragilito come il nostro non crede più che i diritti siano un gioco a somma zero. E nessuno provi a insegnare a noi che cos’è la modernità”. Così in un post su facebook il capogruppo di Articolo 1 – Mdp a Montecitorio, Francesco Laforgia.