Lavoro: Guerra, più servizi per contrastare le dimissioni delle donne

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“Gli anni passano ma il copione si ripete sempre uguale”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, sottosegretaria al MEF ed esponente di Articolo Uno, commentando la relazione annuale sulle dimissioni volontarie delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

“Si conferma anche nel 2019 un fortissimo divario di genere: le dimissioni volontarie coinvolgono per il 73% le madri. Donne giovani, con poca anzianità di lavoro, occupate prevalentemente nel terziario, con qualifiche basse. Madri, e in misura molto minore, padri, che abbandonano il lavoro già al primo figlio (60%) e in almeno un terzo dei casi perché non riescono a conciliare l’occupazione con il lavoro di cura (soprattutto quando non hanno reti familiari di supporto)”, sottolinea Guerra.

“Per impedire che la maternità condanni le donne a rinunciare al lavoro non sono sufficienti assegni, detrazioni fiscali e voucher, ma serve una maggiore condivisione del lavoro di cura fra padri e madri, un’organizzazione del lavoro più attenta alla conciliazione, e un numero adeguato e accessibile di servizi per l’infanzia e l’adolescenza. Il Recovery Plan a cui il governo sta lavorando deve destinare risorse a garantire una rete di questi servizi su tutto il territorio nazionale”, conclude la Sottosegretaria.