Lavoro: Guerra, no nei cantieri a 70 anni, prorogare Ape sociale

Politica
A Soliera (Modena) un operaio di settant’anni ha perso la vita cadendo dal tetto di un’officina. Lavorava per una ditta esterna che si occupa di manutenzione dei tetti.
A Comiso (Ragusa) un muratore di sessantasei anni, Francesco Occhipinti, è morto precipitando dal secondo piano di una palazzina.
Due gravissimi incidenti che si aggiungono alla lunga lista dei morti sul lavoro nel nostro paese.
Particolarmente impressionante in questi due ultimi casi è l’età dei due operai morti, 70 e 66 anni. Siamo sicuri che a quella età si debba ancora essere costretti a lavorare nei cantieri?
IL MINIMO che deve essere fatto, per non avere persone di una età non adeguata che lavorano nei cantieri, esposte a pericoli e a incidenti, come tragicamente confermano i dati di questi giorni, è PROROGARE L’APE SOCIALE che permette agli operai dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, assieme ad altri lavoratori occupati in mansioni gravose, di andare in pensione in anticipo rispetto all’età pensionabile, se hanno almeno 63 anni di età e 36 anni di contributi.
Questa possibilità è per ora ammessa solo fino al 31 dicembre 2021. Andrebbe ampliata e migliorata, ma è comunque indispensabile che venga almeno prorogata.
Lo scrive su Facebook Maria Cecilia Guerra, di Articolo Uno, sottosegretaria al Mef.