Grave la scelta della multinazionale Usa Timken di rifiutare la proposta dei sindacati di fare ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari, che consentirebbero di mantenere aperta una prospettiva diversa, e proseguire con la chiusura dello stabilimento di Villa Carcina, in provincia di Brescia, avviando la cassa integrazione straordinaria che porterebbe al licenziamento dei 105 lavoratori e lavoratrici del sito bresciano.
In particolare alcuni imprenditori del bresciano avrebbero manifestato interesse anche per una possibile reindustrializzazione, che però necessita di tempi adeguati.
Lo afferma il deputato di LeU Devis Dori dal presidio permanente dei lavoratori davanti ai cancelli dell’azienda iniziato il 19 luglio scorso.
La Timken non è in crisi, prosegue il deputato di Liberi e Uguali, la multinazionale americana leader nella produzione di cuscinetti ingegnerizzati e prodotti per la trasmissione di potenza vuole solo delocalizzare la produzione in Romania. Le delocalizzazioni sono un problema gravissimo per il nostro Paese su cui il governo deve prendere un provvedimento immediato. Le trattative con i sindacati sono ancora in corso, i ministri Orlando e Giorgetti valutino ogni soluzione volta a dare continuità all’attività del sito produttivo bresciano e per salvaguardare l’occupazione. Non si può scaricare sulla pelle dei lavoratori e delle lavoratrici il prezzo delle delocalizzazioni selvagge, conclude Dori.