Lavoro: Articolo Uno domani in piazza con i sindacati, il governo li ascolti

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Domani, sabato 26 giugno, a Torino, Firenze e Bari, migliaia di lavoratori saranno in piazza per partecipare alle manifestazioni unitarie indette da Cgil, Cisl e Uil per chiedere il prolungamento del blocco dei licenziamenti fino al 31 ottobre, per ottenere una seria riforma degli ammortizzatori sociali e per rilanciare le politiche attive per il lavoro.

Articolo Uno ritiene che il Governo debba agire per rilanciare la crescita economica e rafforzare la coesione sociale: sono i due obiettivi fondamentali dell’Esecutivo e devono marciare insieme.

Per questo è importante non solo ascoltare ma raccogliere le proposte che giungono dai sindacati confederali.

Dopo la pandemia e la crisi economica che ne è derivata non si può neanche immaginare che ci siano forze politiche disponibili a scaricare i costi sociali sulle spalle di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori.

Il blocco dei licenziamenti avviato dal Governo Conte deve proseguire anche con Draghi.

Questa misura non è riuscita ad impedire che circa un milione di italiani perdessero il posto di lavoro a causa del mancato rinnovo dei contratti a termine e di commesse per le P. Iva, ma è stato un argine decisivo nel momento della piena.

Quando il crollo della produzione era al suo massimo il blocco dei licenziamenti ha impedito che si consumasse una tragedia sociale. Ora la situazione sta migliorando ma siamo ben lontani dalla fuoriuscita dalla crisi: ecco perché è giusto prolungare ancora il blocco dei licenziamenti oltre i mesi estivi.

Il gruppo di LeU, su iniziativa di Articolo Uno, ha proposto un emendamento per prolungare il blocco dei licenziamenti al 31 ottobre e rispondere così con maggiore giustizia sociale alle conseguenze della pandemia.

Nel frattempo il Parlamento ha il dovere di approvare la riforma degli ammortizzatori sociali per garantire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, una copertura efficace per superare i momenti di crisi.

E’ giunto poi il momento di intervenire su uno degli storici ritardi del nostro Paese rispetto ad altre nazioni europee: quello sulle politiche attive del lavoro. In Italia il modo più rapido per trovare lavoro è ancora quello informale della conoscenza o della raccomandazione. Questa modalità è il primo passo verso la trasformazione di un diritto in un favore, un modo per svilire il valore della persona e del lavoro.

Infine l’assenza di strumenti che consentano una formazione e riqualificazione professionale continua e di massa è uno scandalo a cui porre rimedio con urgenza.

Articolo Uno sarà presente a Torino, Firenze e Bari perché condivide gli obiettivi delle manifestazioni e ritiene che il governo guidato da Mario Draghi abbia il dovere di dare una risposta positiva alla richiesta di coesione sociale che è condivisa dalla grande maggioranza dei cittadini.

Così una nota di Piero Latino, responsabile Lavoro di Articolo Uno.