Per i diritti umani in Iran: sospendere subito le esecuzioni
Ordine del giorno approvato all’unanimità dall’Assemblea nazionale di Articolo Uno
Secondo le principali organizzazioni che si occupano di diritti umani, a partire dal 16 dicembre 2022, giorno d’inizio delle proteste in Iran, più di 18.000 persone sono state arrestate, e tra chi protesta si contano centinaia di morti.
Il regime iraniano continua a sparare sui manifestanti, a torturare gli incarcerati con un particolare accanimento, in termini di brutalità, nei confronti delle donne, torturate, violentate e in alcuni casi uccise. Una delle ultime notizie emerse riguarda una dottoressa, Aida Rostami, arrestata perché curava i manifestanti feriti, il suo corpo è stato ritrovato in un fiume con evidenti segni di tortura e violenza sessuale. Aveva 36 anni.
La violenza di stato raggiunge il culmine con le condanne a morte e le esecuzioni, rispetto alle quali lo stesso Ali Khamenei, Guida suprema dello stato iraniano, si è espresso a favore.
Queste sono iniziate sulla base dell’accusa di “Guerra contro Dio” (Moharebeh). In un finto processo, costruito senza alcune prove, Moshen Shekari è stato il primo condannato a morte.
Le forze di sicurezza iraniane hanno ucciso più di 60 bambini nel corso della repressione, e molti altri sono rimasti feriti. Un ragazzo di 15 anni, Amir Hussein Rahmi, è accusato di Moharebeh e da più di 50 giorni si trova in carcere, senza avere diritto a un avvocato.
La popolazione iraniana, soprattutto le giovani donne e i giovani uomini, sta lanciando un grido di aiuto e soprattutto di speranza, una speranza di democrazia e libertà che si sta estendendo oltre i confini dell’Iran.
Non ignoreremo questo grido.
Articolo Uno condanna la violenza del regime iraniano sulla propria popolazione e chiede che la comunità internazionale si schieri nettamente contro la repressione delle proteste.
Chiede inoltre al governo italiano e alle istituzioni europee, a partire dalla Commissione, di intervenire presso il governo iraniano per la sospensione delle esecuzioni e la liberazione di coloro che sono imprigionati con l’accusa di Moharebeh e di riconsiderare i rapporti commerciali e diplomatici con i regime iraniano, adottando anche, laddove possibile, sanzioni personali nei confronti dei vertici dello stato.
Infine, siccome l’Iran utilizza munizionamenti prodotti in Italia e forniti da aziende iraniane, e in passato più fonti hanno ipotizzato ulteriori forniture militari italiane all’Iran, Articolo Uno chiede con forza al governo di intervenire per bloccare immediatamente ogni forma di fornitura militare italiana all’Iran.