“La previsione per cui il colpevole di certi reati potrà estinguerli pagando una somma ritenuta adeguata dal giudice, senza il consenso della persona che ne è vittima, si applica anche al reato di stalking. Si tratta di un grave errore contenuto nella legge di riforma del codice penale da poco approvata in Parlamento cui occorre porre prontamente rimedio”. Lo dichiara Maria Cecilia Guerra, capogruppo di Articolo Uno – Movimento Democratico e Progressista al Senato.
“Si tratta di un arretramento ingiustificato e ingiustificabile, che permette una indebita interferenza del giudice sulla percezione della persona offesa, lesa nella sua dignità. La persecuzione inflitta a una donna dallo stalker non può essere in alcun modo equiparata a una semplice lesione materiale, a un danno che può essere monetizzato secondo standard oggettivi.
Se non immediatamente corretta questa norma non farà che amplificare il senso di solitudine e sfiducia nella possibilità di trovare aiuto nelle istituzioni da parte delle donne vittima di stalking e violenza”, conclude Guerra.