Il passaggio parlamentare di oggi è utile per fare un punto a quasi tre mesi dall’inizio della guerra. Il 24 febbraio scorso è stato giusto raccogliere il grido dolore di una nazione attaccata brutalmente ed è stato giusto mettere le sanzioni e dare le armi per la difesa dell’Ucraina. Oggi però siamo entrati in una fase nuova. La guerra non è stata breve o lampo. Oggi grazie al sostegno occidentale l’Ucraina è nelle condizioni di sedersi al tavolo delle trattative e di pace. Il governo deve lavorare per costruire con fatica uno scenario di pace nel breve, con un cessate il fuoco immediato, e nel lungo periodo per una pace duratura. Non possiamo accettare invece chi lavora per una lunga guerra di logoramento, i cui danni e conseguenze sarebbero disastrose per tutti. Occorre quindi un’azione diplomatica più forte, un ruolo più forte dell’Unione e dei leader europei. La Nato faccia la Nato e l’Unione Europea faccia l’Unione Europea, ovvero svolga fino in fondo un’azione diplomatica.
Lo afferma il capogruppo di LeU a Montecitorio Federico Fornaro intervenendo sull’informativa del Presidente del Consiglio Draghi.
Dobbiamo essere alleati leali, non fedeli, continua Fornaro. I disastri della guerra colpiscono noi europei non chi è a migliaia di chilometri. L’obiettivo è quello di un nuovo patto, di una nuova stagione di pace per il continente europeo. Sulle armi noi crediamo che occorra dire con chiarezza che non ci può essere immediato automatismo ma che gli aiuti militari vadano inseriti in una strategia che acceleri la pace e non cronicizzi la guerra. Bene, dunque, il piano del governo all’ONU presentato ieri dal ministro Di Maio. Mai dimenticarsi, infatti, che dopo la guerra c’è un dopoguerra. L’Ue faccia un salto di qualità nella difesa comune e nella politica estera. La guerra ha messo l’Ue di fronte all’esigenza di autonomizzarsi dal gas russo. E su questo è necessario un tetto al prezzo del gas. L’Ue da grande player economico globale deve diventare player politico, conclude Fornaro.