«I nostri ragazzi ancora una volta vittime. Esprimo grande tristezza e dispiacere per la morte di sei persone avvenuta l’altra notte nelle Marche. Siamo vicini alle famiglie delle vittime e a tutti i marchigiani. Non possiamo però evitare di avere un’opinione su quel che è accaduto. Colpisce la violazione della regole: i biglietti tre volte superiori ai posti autorizzati, l’uscita di sicurezza che diventa una trappola e gli effetti che può avere in certe situazioni l’uso di un ‘arma come lo spray urticante. È giusto individuare i colpevoli di eventuali reati, ma è doveroso chiederci anche dov’era lo Stato, se ha fatto fino in fondo il suo dovere di autorizzatore e controllore e se le sue regole sono adeguate. Purtroppo diverse tragedie sono simili a questa, da piazza San Carlo a Torino con 1500 feriti e un morto, ad altri concerti dove si è dovuto gestire situazioni di panico per evitare il peggio, fino alla discoteca di Ancona, in cui hanno perso la vita sei persone. Il filo che unisce queste tragedie è lo spray urticante al peperoncino. Dal 2011, con decreto del Ministero dell’Interno ne è stato liberalizzato l’acquisto, la detenzione e il porto in pubblico per tutti i maggiori di 16 anni. È una vera e propria arma che oltre che per legittima difesa può essere usata stupidamente per gioco o anche per atti criminosi. Come tale essa conferma la regola che quante più armi sono in circolazione tanto più aumenta il numero delle morti e delle tragedie che sono da esse causate. È il lato oscuro della legittima difesa. Alla luce della strage avvenuta nelle Marche, le cui cause sono in corso di accertamento, penso che bisogna ripensare questa scelta. Penso che dovremmo almeno regolare meglio la vendita, oggi libera, e l’uso delle bombolette spray, la possibilità di portarle in situazioni a rischio come quelle di Ancona. Alle forze politiche compete il massimo senso di responsabilità. Allo Stato compete di regolare e sorvegliare affinché sia garantita la sicurezza di tutti. Ho letto e sentito che la nuova destra italiana ha una particolare predilezione per questo tipo di armi, arrivando addirittura a regalarne i flaconcini assieme alla tessera di partito. Sacrosanto il diritto delle donne a difendersi da ogni tipo di violenza ma attenzione, il cortocircuito tra il libero uso delle armi per autodifesa o per attività criminali è concreto e può procurare gravissime lesioni e danni alle persone».
Lo ha scritto su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.