“Il riconoscimento dei diritti delle persone sorde è un impegno importante e condiviso, ma il provvedimento in discussione in Senato presenta ancora debolezze e ridondanze che andrebbero superate in aula”. Lo dichiara Nerina Dirindin, Senatrice di Articolo1 – Movimento Democratico e Progressista, in una nota in cui esprime apprezzamento per un testo che ha accolto molte delle osservazioni formulate dalla Commissione sanità, ma che richiede ulteriori miglioramenti.
“Vanno cercate soluzioni che, nel rispetto della Costituzione e della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, siano capaci di comporre la tutela dei diritti delle persone sorde in quanto “persone” e non in quanto “minoranze linguistiche” o comunità di “diversi”. Vanno evitate enunciazioni di principio non concretamente traducibili in azioni positive, adeguatamente finanziate e percorribili in tutto il territorio nazionale. Va garantita la diagnosi precoce e, nel rispetto della libertà di scelta, vanno assicurati tutti gli interventi che possono consentire al bambino sordo di sviluppare capacità di parlare e di comprendere gli altri. Preoccupazione va espressa con riguardo alla previsione di classi miste nelle scuole, in cui studenti udenti e sordi svolgono tutti i programmi nelle due lingue, parlata e dei segni: una soluzione che, nonostante le poche meritevoli esperienze, non può essere posta in alternativa al diritto del bambino a un’insegnante di sostegno, a prescindere dalla classe in cui viene inserito, né tanto meno può trasformarsi in una assegnazione dei bimbi sordi ad un’unica classe, col rischio di ridurre le occasioni di socializzazione e piena inclusione”.
“Va inoltre previsto, conclude Dirindin, il riferimento a ogni forma di comunicazione alternativa alla lingua parlata, tenendo conto di tutta la gamma di strumenti messi a disposizione dal progresso tecnico scientifico, senza focalizzare l’attenzione solo sulla Lingua dei Segni e sulla Lingua dei Segni tattile”.