Ddl patrimonio culturale: Leva, misura simbolica. Non c’è proporzionalità e ragionevolezza pene

Cultura

“Mdp si è astenuta sul Ddl Patrimonio culturale con l’auspicio che al Senato si correggano le distorsioni e le tante contraddizioni di questo testo. Il provvedimento si inserisce nel solco del panpenalismo che ha contraddistinto questa legislatura: un costante aumento delle fattispecie di reato accompagnato dall’aumento indiscriminato delle pene, nell’illusione che così sia più efficace la repressione. Le statistiche ci dicono altro però: la vera prevenzione è prepenale. Ogni volta che si è diffusa paura sociale il Parlamento è intervenuto attraverso l’intervento penale. Noi siamo consapevoli che sia necessario rafforzare la tutela del patrimonio artistico in quanto l’attuale quadro normativo è frammentario e schizofrenico. Ma questo provvedimento va nella direzione sbagliata. Vengono introdotte 11 nuove fattispecie di reato molto pasticciate, raffazzonate alcune delle quali si sovrappongono a reati comuni, mentre per altre vi è un eccessivo abbassamento della soglia di rilevanza penale. Per i delitti di ricettazione e riciclaggio dei beni si arriva fino a 18 anni di reclusione, una pena addirittura più alta della condanna per le fattispecie di omicidio. Il ddl dunque viola ragionevolezza e proporzionalità delle pene nonché i principi generali del diritto penale, vanificando così gli intenti di riforma organica del sistema penale posto a tutela del patrimonio culturale. Si tratta solo di una risposta simbolica e demagogica: la tutela si realizza soprattutto in fase preventiva e non solo con la repressione”: lo ha dichiarato nel corso del suo intervento alla Camera il deputato di MDP Danilo Leva.