Sono da sempre contro l’embargo a Cuba.
Non ho mai cambiato idea.
In generale penso che la politica delle sanzioni vada rivista.
Nel corso degli ultimi anni essa – quando non è stata aggirata dagli stessi stati occidentali che la propugnavano – ha spesso prodotto l’effetto opposto, contribuendo a suscitare fiammate nazionaliste e isolazioniste nei paesi colpiti da tali provvedimenti.
Dunque, se avessi una qualche responsabilità oggi nel governo del paese continuerei a votare per togliere il “bloqueo”e mi batterei per alleggerire ovunque la politica delle sanzioni.
In questi giorni, ha fatto molto discutere il voto dell’Italia – assieme ai paesi principali dell’Ue – contro una risoluzione presentata da Cina, Azerbaijan e Territori Palestinesi per eliminare le sanzioni.
Una risoluzione presentata – attenzione – non nel Consiglio di Sicurezza o nell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma in un organismo collaterale che è il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.
Questa risoluzione non interveniva sul caso specifico di Cuba, ma in generale su tutti i paesi oggetto di embargo o politiche sanzionatorie.
Erga omnes, insomma.
Penso che innanzitutto andrebbe chiarito il contesto, gli attori e le conseguenze: l’Italia e l’Ue non hanno consumato alcun tradimento nei confronti di Cuba.
Sarebbe sbagliato e controproducente affermare questo.
E sarebbe un errore tragico mettere Cuba nel calderone.
Cuba non è il Myanmar, così come non è la Siria, la Corea del Nord o il Venezuela.
Va affrontata e trattata in quanto Cuba, un paese autonomo con caratteristiche profondamente diverse da altri paesi in cui la democrazia e i diritti umani vengono sistematicamente colpiti.
Va ricordato – tra l’altro – che l’Assemblea Generale dell’Onu ha votato più di una risoluzione – l’ultima addirittura nel 2017 – per rimuovere l’embargo, con appena due voti contrari di Usa e Israele.
Insomma, la linea dell’Italia e dell’Ue è sempre stata questa e non è cambiata.
Possiamo dire che basta?
Ovviamente no.
Abbiamo sognato quando Barack Obama ha visitato Cuba, avviando una politica di dialogo e di distensione che avrebbe portato alla fine delle sanzioni.
L’avvento di Trump ha prodotto un arretramento significativo, interrompendo relazioni diplomatiche che si erano finalmente riaperte dopo decenni.
Oggi c’è Biden, ma la sua agenda su L’Havana non è ancora chiara.
Occorre tuttavia rilanciare un’iniziativa vera, del Parlamento, per riaprire la partita del “Bloqueo”.
Sarebbe bello se, innanzitutto dalle forze che hanno dato vita alla coalizione giallorossa, partisse un’iniziativa unitaria, una risoluzione parlamentare, per ribadire in tutte le sedi la necessità di rimuovere il blocco commerciale degli Stati Uniti.
Lo dobbiamo alla nostra fame di giustizia.
Lo dobbiamo a questa piccola e straordinaria isola.
Lo scrive su Facebook Arturo Scotto, coordinatore politico di Articolo Uno.