La situazione politica che il Paese sta vivendo è il risultato di uno scollamento fra i cittadini e le istituzioni, che affonda le sue radici lontano nel tempo.
Siamo a un punto delicato, forse di svolta. Sarebbe auspicabile, e per questo lavoreremo, trovare una nuova maggioranza che dia vita ad un governo politico, di ampio respiro, che realizzi finalmente una netta discontinuità rispetto alle politiche che, dopo la crisi del 2008, hanno impoverito i ceti medio-bassi, attaccato lo Stato sociale, peggiorato le condizioni generali di vita degli italiani.
Occorre rilanciare la fiducia degli italiani nella politica, nelle istituzioni, nell’Italia Repubblicana.
Sono tanti i settori di intervento: lavoro, sanità, territorio, sicurezza, istruzione.
L’istruzione, e la scuola in particolare, sono stati uno dei terreni dove le politiche neoliberiste hanno arrecato più danni, impoverendole e minandone l’assetto strategico, tentando di ridurre l’istruzione pubblica nazionale a una scuola di formazione di impronta confindustriale.
Invece di rilanciare la qualità di scuola e università, fattori strategici di sviluppo, che devono formare cittadini consapevoli del loro ruolo nel Paese, capaci di entrare efficacemente nella società e nel tessuto produttivo, gli ultimi governi hanno mortificato il mondo della Scuola. Addirittura l’ultimo esecutivo ha favorito, sotto la spinta in particolare della Lega nord, il tentativo di spezzare l’unitarietà del sistema nazionale di istruzione, con le eversive richieste di “secessione dei ricchi”, ha visto sdoganare le liste di proscrizione nei confronti degli insegnanti ostili al governo. Il motto “a scuola non si fa politica”, ha smascherato la visione che la destra ha del sistema di istruzione italiano: un centro di formazione da piegare alle esigenze del mercato, atto a formare sudditi e non cittadini.
E’ da questa consapevolezza, quindi, che un nuovo eventuale governo dovrebbe partire, invertendo questo percorso che ormai, più o meno aggressivamente, dura da circa venti anni. Si ridia dignità alla scuola e all’istruzione pubblica tutta, restituendole il ruolo che la Costituzione le assegna.
lo afferma Miguel Gotor, responsabile dipartimento istruzione e ricerca di Articolo Uno, insieme a Caterina Altamore, Giuliano Laccetti, Salvatore Salzano