“Non siamo di fronte a una norma per l’autonomia differenziata ma per la cittadinanza differenziata. Principalmente tra Nord e Sud ma anche tra centro e periferia e tra ricchi e poveri. Un trasferimento di funzioni e risorse senza una cornice costituzionale, senza il coinvolgimento attivo e protagonista del Parlamento, senza la garanzia dei Lep per chi deve ricevere servizi pubblici essenziali. Una prospettiva che non tiene conto del quadro di finanza pubblica, che la rende insostenibile, e della condizione socio-economica post pandemia e post bellica, che la rende potenzialmente letale per i diritti di cittadinanza. Un tentativo, politicamente irricevibile, di liquidare una discussione di rilevanza costituzionale con qualche articolo di giornale e un chiacchiericcio di corridoio. La ministra Gelmini nel spiegare le sue intenzioni dice “noi”. Ma noi chi? Non mi pare ci siano posizioni del governo sul punto e sicuramente non è stato interpellato in merito il nostro ministro. E all’interno dello stesso suo partito, la ministra del Sud, Mara Carfagna, sostiene posizioni diverse. Meno che mai si è aperta una discussione nella maggioranza. La forma è sostanza e la dice lunga sulle ragioni e gli obiettivi di questa proposta”.
Lo ha dichiarato Federico Conte, deputato di Liberi e uguali, primo firmatario di una interrogazione sul tema alla ministra Gelmini, intervenendo oggi alla Camera in una conferenza stampa con i parlamentari Bersani ed Errani.