“L’autonomia differenziata, così come delineata dalla bozza del DdL Gelmini, procedendo con i criteri della spesa storica, senza la preventiva definizione di adeguati fabbisogni standard in funzione dei Lep, e senza fondi perequativi, alimenterebbe la divergenza del Mezzogiorno dalle regioni del Centro-Nord. È un insulto politico alle regioni del Sud e uno sfregio insopportabile alle popolazioni meridionali”.
Lo hanno dichiarato in Aula, a Montecitorio, nella seduta riservata al Question time, Federico Conte e Stefano Fassina, deputati di Liberi e Uguali, illustrando una interrogazione sul processo di attuazione dell’autonomia differenziata.
“Far circolare una bozza sui giornali – continuano i due parlamentari -, che confronto determina con le forze politiche e con il Paese? Qual è il livello del dibattito che si vuole promuovere in una fase così delicata del Paese e dell’Europa? Che senso ha dibattere del valore strategico dell’Italia mediterranea nei nuovi assetti geopolitici europei e poi immaginare una Italietta arlecchina con tanti piccoli staterelli sconnessi, dove anche quelli più forti al nord sarebbero dipendenti da Germania e Francia? Il ruolo riservato al Parlamento è all’altezza del valore costituzionale di decisioni che si vogliono assumere? L’autonomia differenziata come definita dalla bozza Gelmini-Zaia-Fontana implica la fine sostanziale dell’unità della Repubblica e la ‘secessione dei ricchi’. Il Parlamento deve poter emendare e approvare i testi dell’intesa tra Governo e singola Regione, come riconosciuto dalla Ministra Carfagna”.