Articolo Uno Rai: il passo falso di Fuortes che imbarazza il governo

Politica

Nel nutrito palmares dei capi azienda della Rai che sono riusciti a bruciarsi appena nominati, il dottor Fuortes avrà un posto alto in classifica. Appena uscito dall’ascensore di viale Mazzini dopo la nomina aveva pensato che asserragliandosi in ufficio avrebbe tenuto fuori i guai, e si sarebbe sentito al riparo da tutto e da tutti. 

Che non fosse la strategia giusta lo avrebbe dovuto capire subito. 

Pare che nemmeno quelli che pensava di nominare abbiano mai potuto parlargli. Pare che non abbia nemmeno voluto vederli in faccia per suggerire una linea editoriale, come avrebbe fatto qualsiasi editore. Niente!  Ha persino lasciato fuori il più grande partito della coalizione di governo e, aggiungiamo noi, senza neppure interpellare il più piccolo di quei partiti, che comunque esprime il Ministro della Salute. Tutte cose che finiscono per danneggiare l’immagine complessiva del governo.  

Alcuni di quei direttori non avevano dato il meglio di sé in precedenti esperienze, nemmeno nel fare finta di essere poco poco indipendenti. Questo significa, purtroppo, che i vertici di Viale Mazzini non guardano nemmeno quel che la Rai manda in onda, altrimenti pretenderebbero un po’ meno faziosità. 

Perché è proprio questo il punto: uno dei criteri per scegliere un direttore dovrebbe essere la capacità di mostrarsi indipendente e non smaccatamente di parte. Senza contare la capacità di gestire una redazione, con tutto quel che comporta dal punto di vista dei rapporti umani e soprattutto dell’autorevolezza. 

E poi quell’intervista temeraria a Repubblica in cui aveva affermato perentorio e baldanzoso “i partiti non bussano alla mia porta”. Circostanza che ha dato spunto all’ex direttore generale Pierluigi Celli per suggerirgli le dimissioni. 

Pensiamo a questo punto che non ci siano più alibi per mantenere la legge Renzi che attribuisce al governo la gestione della Rai. E le richieste arrivano pressanti soprattutto dall’interno, primi fra tutti i giornalisti dell’USIGRAI.

Come abbiamo detto altre volte di proposte per modificare quella legge ce ne sono molte. E a proposito di partiti di governo, di cui Fuortes ignora l’esistenza, il capogruppo di Articolo Uno in Vigilanza, Federico Fornaro ne aveva presentata una, che ci appare la più convincente, perché prevede la sacrosanta separazione del controllo dalla gestione, uno dei punti più deboli di questo attuale e fallimentare sistema.