Articolo Uno Rai: dopo la pandemia più consapevolezza nell’informarsi

Politica

Ognuno per la sua parte siamo tutti alla ricerca delle tracce di cambiamento che quasi due anni di pandemia hanno determinato. Si va dal minimalismo un po’ disincantato di chi sposa la tesi del “non cambierà niente” e dopo la furia dei contagi torneremo come prima e magari anche peggio. A chi prevede (o sogna) l’avvio di un nuovo umanesimo che rilancerà la bellezza e la cultura. Probabilmente non succederà ne l’una cosa ne l’altra anche se è difficile che tutto rimanga come prima.

Intanto per gli appassionati di comunicazione qualche segnale di cambiamento si può già individuare. Ne ha parlato il Professor Mario Morcellini in un webinar che Articolo Uno Rai ha organizzato due giorni fa. Sono emersi dati per certi aspetti sorprendenti, che riabilitano e rilanciano due elementi che sembravano offuscati nel clamore, spesso indistinto, del sistema delle comunicazioni.

Per questo riportiamo alcuni brani dell’intervento.

“Assemblando i dati sui comportamenti di scelta dei pubblici, dai sondaggi ai report istituzionali, dalle preziose informazioni Auditel a quelle di Confindustria RadioTV, agli studi di Italcommunications e quelli del Censis, emergono trend difficili da contestare. Provando a metterli in ordine prioritario, la sorpresa è un ritorno alla mediazione giornalistica. Tutti i media hanno riconosciuto incrementi di rilevanza in termini di economia dell’attenzione e soprattutto di credibilità percepita.

Tutti i media che accompagnano i loro pubblici con questo prezioso esercizio, dai giornali alle tv, dalla radio all’informazione locale, hanno riconosciuto incrementi di rilevanza in termini di economia dell’attenzione e soprattutto di credibilità percepita. In questo contesto, occorre tener conto di un aumento di responsabilità degli OTT lungo la crisi, fatta anche di reindirizzamento alle fonti istituzionali e di contrasto alle fake.

Ma la vera sorpresa è altrove; persino chi guardava con pessimismo l’evoluzione dei mondi digitali, che sembrava quasi saturare ogni altra fonte informativa, scorge che gli utenti hanno stipulato un armistizio con i social a partire dal tempo dedicato e dal diminuito dividendo di credibilità e fiducia nei contenuti. Osservando la dinamica tra fruizione delle fonti e indice di affidabilità percepita, si nota che le informazioni rese dai siti istituzionali sono diventate finalmente adulte e competitive, se si pensa che prima del Covid questa variabile addirittura non figurava nelle mappe dei nuovi comportamenti.”

Difficile dire se tale correzione di rotta nel percorso informativo di ognuno di noi sia destinata a durare e rappresenti quindi un fattore di crescita e di aumento della consapevolezza. Noi ci auguriamo che sia così.