Il ministro Cingolani conferma che c’è ormai una diffusa considerazione che l’apporto fornito dalla centrale di La Spezia non è più necessario nel quadro nazionale di produzione elettrica. Il governo si assuma, quindi, la decisione di chiudere la produzione di energia elettrica a carbone della centrale di La Spezia. Anche perché la costruzione di una centrale a gas in sostituzione di quella a carbone è in evidente contraddizione con la necessità di accelerare il passaggio alle energie rinnovabili e l’abbandono di quelle derivanti da fonti fossili.
Lo afferma in Aula a Montecitorio il capogruppo di LeU Federico Fornaro nella replica al Ministro Cingolani nel corso del Question time di Liberi e Uguali sulla dismissione della centrale Enel di La Spezia.
Gli oltre sessant’anni della presenza di una centrale termoelettrica all’interno del perimetro urbano della città hanno prodotto effetti testimoniati dal parere espresso dall’Istituto Superiore di Sanità, prosegue Fornaro. Se l’obiettivo è il superamento delle fonti fossili andrebbero valutati e perseguiti progetti alternativi, basati sulla sostenibilità ambientale, sul rispetto della salute della popolazione, sull’occupazione e lo sviluppo economico e in linea con i nuovi indirizzi delle politiche UE. Da tempo le istituzioni territoriali hanno ribadito la contrarietà alla riconversione a gas con prese di posizione unanimi dei Consigli comunali di La Spezia e di Arcola e del Consiglio regionale della Liguria. E’ ora di ricercare soluzioni alternative. Sull’ambiente è necessario avere più coraggio, conclude Fornaro.