Tutti presi dal coronavirus abbiamo tralasciato un ricordo, uno di quei ricordi che scaldano il cuore. IL Partigiano, il socialista Sandro Pertini ci lasciava, è il caso di dirlo, orfani, 30 anni fa il 24 febbraio del 1990.
Un partigiano come Presidente, il più amato e riconosciuto. Una vita densa vissuta sempre nell’impegno per gli ultimi, nella passione per il riscatto del lavoro, per la libertà. Padre costituente, Padre del 25 Aprile, organizzatore dell’insurrezione di Milano, un vero Padre della Patria.
Testardo e cocciuto come chi crede fermamente nelle proprie idee tanto da rinunciare espressamente alla domanda di grazia inoltrata al regime fascista dalla madre, recluso prima e confinato poi non mollò mai neppure quando ricoprì le più alte cariche dello Stato come Presidente della Camera e poi Presidente della Repubblica.
Leggere la sua biografia vuol dire ripercorrere le tappe, tutte, della lunga battaglia di resistenza al fascismo, dell’ideale che va oltre le personali convenienze, altro che “cambio di casacca”: il compagno Sandro Pertini di casacca ne ha sempre indossata una sola che fosse in giacca e cravatta o con un mitra in spalla.
Tanto aperto, disponibile al dialogo e all’ascolto, quanto duro e determinato come quando a pochi giorni dalla Liberazione si adoperò per porre termine all’oscenità di piazzale Loreto, far rimuovere i cadaveri di Mussolini, della Petacci e degli atri gerarchi appesi a testa in giù al distributore di carburante, a pochi metri da dove un anno prima furono fucilati 15 partigiani i cui corpi restarono esposti per ore sorvegliati da giovani militi della Repubblica Sociale per rappresentare un monito a chi intendeva ribellarsi alla parodia di governo rappresentata dalla Repubblica di Salò e iniziare finalmente una nuova era. E lui fu uno dei padri della nuova era, della costruzione della libertà, della democrazia, della nostra Carta Costituzionale.
Oggi, in un agone politico dove pascolano mezzi personaggi che si atteggiano a grandi statisti, ci manca, ci manca il suo essere immediato, il suo essere parte del popolo cui ha dedicato tutta la sua lunga vita. Vorremmo vederlo ancora come al Bernabeu nel 1982 alzare e braccia al cielo ed esultare per un’Italia nuova e rinnovata, giusta ed equa.
Compagno Pertini, te lo promettiamo per l’Italia per la quale ti sei battuto fino all’ultimo: vogliamo metterci tutto il nostro impegno per potere prima che si possa alzare al cielo le braccia insieme a te. Ciao, Sandro. Grazie.