L’eredità politica lasciataci da Pierre Carniti è molto grande e la sua straordinaria figura di cattolico, sindacalista e politico sono un riferimento per il futuro.
Sono da evidenziare in particolare tre aspetti.
Nella storica vertenza dei metalmeccanici del 1969 seppe guidare le istanze di cambiamento. Molti anni dopo commentando le vicende dell’autunno caldo disse: ”Dal ’69 fummo tutti cambiati. Da quell’esperienza uscimmo con un bagaglio di nuove conquiste: prima fra tutte, il riconoscimento della dignità del lavoro e del lavoratore e il suo diritto di cittadinanza”. Ecco un grande e attuale insegnamento: dal clima di cambiamento non bisogna rifuggire, ma va compreso, ci si deve confrontare per farne occasione di nuove conquiste, sociali e politiche.
Paradossalmente, il sindacalista che più credette nella ricomposizione dell’unità sindacale fu anche quello che da segretario generale della Cisl dovette gestire il momento della divisione sulla scala mobile, un meccanismo che era divenuto una delle maggiori cause di instabilità finanziaria. Saper anteporre all’unità il superamento di tecnicismi economici che si rivelano deleteri per i lavoratori e per i ceti popolari non è forse anche il tema per eccellenza attorno a cui oggi ruota il dibattito sull’Europa e la linea di divisione tra le vecchie forze conservatrici e i nuovi movimenti popolari?
Un terzo aspetto della figura di Carniti merita di essere ricordato nell’Italia dove ci sono cinque milioni di poveri: il suo impegno per la lotta alla povertà espresso anche nella Commissione sulla povertà e emarginazione sociale in Italia. Un lavoro che ha fatto da incubatore a idee, progetti e conquiste che in parte si stanno realizzando, attraverso l’istituzionalizzazione delle forze che si occupano di povertà, tramite l’Alleanza contro la povertà in Italia, e attraverso il varo di misure strutturali per combattere la povertà come il reddito di inclusione.
Guardando all’impegno sociale, civile, politico di Pierre Carniti possiamo trarre fondamentali lezioni su come affrontare il presente e l’avvenire.