Il 14 e il 15 maggio i bresciani hanno l’occasione per confermare una lunga stagione di buongoverno, che ha portato la Leonessa a traguardi tra i più alti nelle amministrazioni locali.
Il municipalismo bresciano, da oltre vent’anni, costituisce una pietra di paragone per tante città e comuni. Basti pensare all’eccellenza di A2A, basti pensare alla metropolitana, basti pensare al consumo di suolo zero, basti pensare a un welfare tra i più efficaci ma anche efficienti, basti pensare a una cura del verde urbano che non ha paragoni, basti pensare ad alcuni progetti di riqualificazione urbana di prima grandezza.
La destra, non avendo argomenti seri, è partita lancia in resta con i soliti argomenti, sempre quelli e sempre distorcenti la realtà: sicurezza e immigrazione. Il candidato sindaco Rolfi cerca di darsi un’immagine da moderato, ma è smentito dai tanto amati social, dove impazzano le truculente affermazioni che ne hanno scandito la vita politica.
Ma non è per questo che i bresciani devono bocciarlo. È per un altro motivo: semplice. Il lungo buongoverno del centrosinistra a Brescia è stato interrotto solo per cinque anni dalla sindacatura Paroli, con Rolfi sindaco ombra. Ebbene in quei cinque anni stavano demolendo il municipalismo bresciano, stavano colpendo al cuore A2A. Insomma hanno fatto disastri. Per dirla papale papale. E sulla breccia sono ancora loro. Perché i bresciani dovrebbero rivedere un vecchio film, mai ammesso a nessun concorso serio, per volgerla in battuta?
E ancora. Come pensare che Rolfi possa fare il bene della città, quando da assessore regionale non è stato capace di farlo? Un solo esempio: niente ha fatto per valorizzare l’eccellenza degli Spedali Civili. Eppure ne aveva l’occasione nell’ambito della riforma sanitaria targata Moratti.
Nell’altro campo ci sono tutte le condizioni per garantire continuità, ma anche le necessarie innovazioni. C’è una candidata sindaca, Laura Castelletti, che da anni sta dimostrando serietà, competenza, affidabilità e legami con il territorio. C’è una coalizione che, con il perno del Pd, è rappresentativa di tutto lo spettro progressista. Ci sono candidati, tanti, che in questi anni hanno sempre svolto il loro ruolo con disciplina e onore.
Nel corso di questo ultimo periodo come Articolo Uno abbiamo, nei limiti delle nostre forze, dato il nostro contributo a costruire una coalizione larga, che può costituire un laboratorio per indicare un percorso valido anche per il livello nazionale. Perché sono indubitabili le specificità locali, ma è altrettanto indubitabile che gli enti locali si governano e non solo si amministrano.
Articolo Uno, il cui percorso politico si sta esaurendo in ragione del fatto che, come da sempre abbiamo sollecitato, il Pd ha modificato la sua costituzione formale (con il nuovo Manifesto dei valori) e sta modificando la sua costituzione materiale (con la affermazione di Elly Schlein), sosterrà coerentemente la lista del Partito democratico. Siamo nati per rifondare il centrosinistra (e questo è un obiettivo ormai all’ordine del giorno) e una sua affermazione a Brescia può costituire un’ ulteriore spinta in avanti. Le idee camminano sulle gambe delle donne e degli uomini e nella lista Pd ci sono passione e competenze per tradurle in fatti concreti.
Tra di loro mi piace richiamare l’attenzione su due giovani, Camilla Bianchi e Andrea Curcio, che al meglio esprimono sguardi acuti sul futuro.
Con questo spirito iniziamo il secondo tempo della nostra vita politica. Con testa e cuore vogliamo contribuire, dentro il più grande partito della sinistra e del centrosinistra, a fare camminare, partendo da Brescia, l’alternativa ad una destra con la testa rivolta al passato e senza cuore.