Analisi: l’onorevole sconfitta dei socialdemocratici svedesi

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In Svezia, per una volta, i sondaggi hanno sovrastimato il consenso della destra populista (i Democratici Svedesi) che alla vigilia erano accreditati del 18,8% e hanno ottenuto il 17,6% con una crescita del 4,7% sulle elezioni del 2014; mentre, al contrario, i socialdemocratici erano stati sottostimati: 24,7% contro il 28,4% di schede nelle urne.

Una sconfitta onorevole quella del Partito socialdemocratico, che quattro anni fa aveva fatto registrare il 31,2% e il 30,7% nel 2010. Se, però, si allarga il raffronto a un periodo più ampio, ovvero a prima della Grande crisi economica, il risultato dello storico partito della sinistra svedese è assai meno soddisfacente perché nel 2006 il Social Democratic Party aveva ottenuto il 35%.

Anche gli avversari storici della socialdemocrazia svedese, i Moderati, arretrano significativamente: 19,8% (70 seggi) nel 2018; 23,2% (84 seggi) nel 2014; 30,1% (107) nel 2010 e 26,2% (97 seggi) nel 2006.

È dunque confermata anche in Svezia una tendenza continentale a una forte perdita di consenso dei grandi partiti “sistemici” (in questo caso Socialdemocratici e Moderati) che passano dal 61,2% del 2006 (227 seggi sui 349 totali) al 60,8% del 2010 (219 seggi), al 54,3% (197 seggi) fino all’attuale 42,2% (171 seggi).

In dodici anni l’indice di bipartitismo decresce di ben 19 punti percentuali.

I Democratici svedesi, invece, partito populista di destra, che nel 2006 erano rimasti fuori dal Parlamento avendo ottenuto solo il 2,9% dei voti, erano arrivati nel 2010 al 5,7% (20 seggi), per salire al 12,9% (49 seggi) del 201504 e al 18,8% (62 seggi) del 2018.

Il partito a sinistra dei socialdemocratici migliora la sua performance, raggiungendo il 7,9% (28 seggi), rispetto al 5,7% (21 seggi) del 2014, il 5,6% (19 seggi) del 2010 e il 5,8% (22 seggi) del 2006).

Brusca frenata, invece, per i Verdi (4,3% con 15 seggi) che nel 2014 erano saliti al 6,8% (25 seggi), dopo il 7,3% (25 seggi) del 2010 e il 5,2% (19 seggi) del 2006.

Per completare il quadro, sono in moderata crescita sia il Partito di Centro (8,6% con un più 2,5% e più 9 seggi rispetto al 2014) sia il Partito Cristiano Democratico (6,4% con più 1,8% e più 7 seggi); mentre i Liberali confermano il loro 5,5% (+ 0,1% sul 2014) e i 19 seggi in Parlamento.

Con questi risultati, il sistema proporzionale “classico” in uso da sempre in Svezia consegna una situazione assai complicata, stante una storica impraticabilità della formula della larghe intese.

Lo scenario più probabile pare perciò essere quello di un governo di minoranza guidato dai socialdemocratici, in continuità con gli ultimi quattro anni.

Federico Fornaro

Capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera. Senatore nella XVIIª legislatura. Tra le sue ultime pubblicazioni: "Fuga dalle urne. Astensionismo e partecipazione elettorale dal 1861 a oggi" (Epoké, 2016) e "Elettori ed eletti. Maggioritario e proporzionale nella storia d'Italia" (Epoké, 2017).