«Tronchetti Provera, Pirelli, 318 lavoratori, Bekaert e Di Maio. Tronchetti Provera dice su Repubblica che “questo Paese non ama le imprese” e che “ci sono pregiudizi sui privati”. Giudizi sprezzanti e falsi che mi indignano se penso alla sorte ai 318 lavoratori della Pirelli di Figline, il cui stabilimento ceduto dalla Pirelli alla Bekaert è stato chiuso e delocalizzato in Romania. Sono stato con i lavoratori anche davanti la sede della Pirelli a Milano, ma ci hanno tenuto fuori dai cancelli e non siamo stati neppure ricevuti con una delegazione. Il governo del cambiamento, è vero, ha rimesso un anno di cassa integrazione, che Poletti aveva improvvidamente tolto, ma, nonostante le mie richieste e quelle del sindacato, non si è mai degnato di convocare Pirelli almeno una volta al tavolo di crisi, confermando così di non avere affatto il coraggio di chiamare i capitalisti alle loro responsabilità sociali e etiche. Invece, la strada per continuare a produrre filo d’acciaio a Figline sarebbe stata proprio quella di coinvolgere Pirelli, che alla Bekaert ha costantemente aumentato le commesse nel corso di questi anni. Da questo esempio concreto si può facilmente evincere quanto il cosiddetto governo del cambiamento voglia effettivamente cambiare i rapporti tra capitale e lavoro, e quanto a Tronchetti Provera stiano davvero a cuore le imprese italiane o piuttosto il suo portafoglio. Sono invece sicuro che quei lavoratori amavano il loro lavoro ed erano persino fieri di andarlo a insegnare nel mondo e non credevano certo che sarebbero stati trattati come oggetti che il capitale un giorno cancella con un tratto di penna per una decisione presa in un ovattato consiglio d’amministrazione, o che la loro antica proprietà non li avrebbe neppure ascoltati. Sarà difficile convincere di nuovo quei lavoratori del valore dell’impresa avendo ricevuto a casa senza preavviso, mentre erano al lavoro, la lettera di licenziamento».
Lo ha scritto su Facebook Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.