«Muore Salvatore Riina, capo di Cosa Nostra. Un boia responsabile di enormi delitti. Muore da perdente. Tra i suoi crimini anche l’attentato di via dei Georgofili a Firenze, il 27 Maggio 1993 (5 morti e 48 feriti). Lo stragismo mafioso fu concepito allora anche per ricattare lo Stato in cambio dell’abolizione del carcere duro e del 41 bis, che avrebbe consentito alla mafia di ricostruire la sua trama. Giovanna Maggiani Chelli, portavoce dell’Associazione dei familiari delle vittime di via dei Georgofili, ha commentato la morte di Riina con parole lapidarie, che condivido e riporto qui: ‘Abbiamo speso 25 anni della nostra vita e non ce l’ha fatta, Salvatore Riina, a fare abolire sulla carta bollata il carcere duro. È morto in regime di detenzione 41 bis, questo è quanto dovevamo ai nostri morti’».
Lo ha scritto, su Facebook, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana e fondatore di Articolo Uno – Mdp.