Almaviva: Laforgia, licenziamenti mascherati, regole più stringenti

Lavoro

“Bene che il Governo convochi il tavolo su Almaviva Contact anche a seguito di una nostra sollecitazione fatta in occasione del question time di oggi”. Cosi’ Francesco Laforgia, capogruppo di Articolo 1 – Mdp commentando l’annuncio del Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda in merito allo svolgimento dell’incontro di domani al Mise tra Eni, Almaviva e sindacati sul trasferimento di 65 lavoratori dell’azienda di call center da Milano a Rende (Cosenza). “C’ è una strategia messa in campo da questa azienda – continua Laforgia- che è quella di comprimere il più possibile il costo del lavoro come nei casi delle chiusura dello stabilimento di Roma con 1.666 licenziamenti nel dicembre 2016 o degli accordi siglati per le sedi di Napoli e Palermo, che, ha consentito all’azienda di liberare risorse da investire in sedi situate all’estero o di avviare operazioni finanziarie come la collocazione di un bond senior secured a tasso fisso da 250 milioni di euro effettuata ad inizio del mese di ottobre 2017. C’è un nesso di causalità che assomiglia più ad un ricatto che ad una decisione aziendale ed è tra gli interventi proposti dall’azienda che avrebbero peggiorato le condizioni dei lavoratori, il loro rifiuto e la decisione di Almaviva di trasferirli. Abbiamo bisogno di un quadro di regole più stringenti in questo settore – conclude il capogruppo Laforgia – che investano gli imprenditori di una nuova etica della responsabilità di cui spesso si perde traccia, affinché i lavoratori non vengano trattati come un pacco che si può trasportare a piacimento ma come l’ asse su cui le imprese devono investire”.