Catalogna, Rossi: «Tensioni frutto di sovranismo e nazionalismo. Destra cerca consensi senza affrontare questione sociale»

Esteri

«È una tensione che cresce nel quadro di questo sovranismo, di questo ultranazionalismo, nell’appello alla comunità che fa la destra in questo periodo». Così Enrico Rossi, in collegamento da Bruxelles, ha risposto alle domande sulla crisi catalana dai microfoni di Controradio di Firenze.

«In Catalogna – afferma Rossi – è stata la destra a promuovere lo Statuto che poi la Corte ha bocciato e successivamente a sostenere il referendum illegittimo. Il premier Mariano Rajoy reagisce cercando di riproporre gli ‘allori di famiglia’ dei suoi padri franchisti mandando la Guardia Civil a manganellare. Non si fa così».

«Adesso – dice il presidente da Bruxelles – mi auguro che  prevalgano ragionevolezza e dialogo. C’è bisogno di discutere dei problemi veri dei cittadini. Quando si alzano le ideologie delle piccole patrie si cerca di strumentalizzare l’opinione pubblica e di avere consensi senza affrontare le questioni sociali. Noi abbiamo bisogno di unità, non di perdere tempo nelle polemiche e nei disastri che rischiano di alimentare muri e chiusure».

«Occorre tornare – prosegue Rossi – a parlare dei problemi sociali della Spagna che mi sembrano seri, a cominciare dal tema del lavoro e dell’occupazione giovanile. Queste sono le cose di cui dovrebbe discutere un’Europa civile e sociale. L’Europa che hanno sognato i nostri padri ‘veri’, quelli della Costituzione e del Manifesto di Ventotene. Non quella degli sconfitti che ci hanno portato al disastro della Seconda guerra mondiale».

«Oggi – conclude Rossi – dobbiamo dire la nostra con fermezza, con pacatezza, senza farci intimidire. Io penso che i popoli europei riusciranno a trovare, oltre questi travagli, la strada giusta dell’unità e della risoluzione dei problemi sociali. Anche in Italia, come in Spagna, si sostituisce la questione sociale con la cultura nazionale. I referendum di Lombardia e Veneto potevano essere risparmiati, rischiano anch’essi di scherzare col fuoco».