I segnali di ripresa dell’economia e dell’occupazione nel mezzogiorno non devono farci dimenticare che il divario tra il Sud e il Centro-Nord è drammaticamente cresciuto. Al sud mancano ancora 380 mila posti di lavoro rispetto al 2007, negli ultimi 15 anni il Pil meridionale è diminuito del 7,2% mentre nella Ue è aumentato del 23,8% e il saldo negativo sull’emigrazione, soprattutto giovanile e di laureati è un colpo devastante al capitale umano del mezzogiorno. E’ aumentata la povertà e in diverse regioni meridionali è a rischio povertà il 39% della popolazione.
Lo dichiara Gianni Melilla, deputato di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista e capogruppo in commissione bilancio a Montecitorio.
Non possiamo pensare, prosegue Melilla, che bastino solo le decontribuzioni, i Master Plan, i Patti del sud, le ZES e le altre misure contenute nel decreto per il mezzogiorno. Occorrono forti investimenti pubblici, adottando la ‘clausola Ciampi’ del 40% destinati al Sud.
La prossima legge di Bilancio, conclude Melilla, dovrà contenere un grande ‘Piano del lavoro’ concentrato prevalentemente sul Sud, per migliorare l’armatura infrastrutturale e curare il territorio con opere diffuse in grado di generare subito occupazione. Se il Governo non opererà una scelta lungimirante sul lavoro, Mdp non potrà certamente votare la legge di Bilancio.