Sbagliato e fuorviante considerare un errore l’invito al presidente della Regione Campania, De Luca, alla festa nazionale di Articolo Uno Mdp, che si aprirà a Napoli mercoledì prossimo. I motivi sono molteplici. Noi abbiamo ritenuto di prendere le distanze dalle politiche centriste, a volte addirittura di destra, che il Pd nazionale ha messo in campo negli ultimi tempi, costruendo una nostra proposta politica autonoma. Ma la prospettiva di questa forza è quella di lavorare all’unità del centro sinistra. Cosa che può avvenire incalzando il Pd da sinistra, dentro un confronto continuo, anche una sfida ma sui contenuti. Questo vale a maggior ragione in Campania, terra dove l’Mdp si sta radicando e sta riscuotendo attenzione e voti.
Non si comprende perché il presidente De Luca non dovrebbe essere invitato a un confronto politico e anche istituzionale, con il presidente della Toscana, Enrico Rossi, che può anche essere un ragionamento su due modi di interpretare il ruolo di Presidente di Regione. Alle feste di partito, del resto, sono sempre invitate anche forze politiche diverse, anche quelle più distanti. Alla festa nazionale c’è il sindaco di Napoli, De Magistris; ci sono esponenti del Pd come Dario Franceschini e Graziano Del Rio. E’ una festa plurale, come devono essere questi appuntamenti. Quel documento con cui alcuni ambienti dicono no all’invito a De Luca rappresenta un vizio antico che tarda a sparire dal linguaggio e della cultura di certa sinistra: il vizio del rancore, della rivalsa personale. Con questi toni non si va lontano. La sfida della politica è sempre nel confronto, nella discussione e anche nella rivendicazione di una diversità che non è mai superbia ma costruzione di un’altra via.