Gli infortuni mortali sul lavoro tornano drammaticamente ad aumentare e aumentano soprattutto gli infortuni dei lavoratori ultra sessantenni. E’ una realtà inaccettabile, frutto del depotenziamento dei servizi di prevenzione e di vigilanza del Servizio Sanitario e del Ministero del Lavoro, dell’allungamento dell’età pensionabile che costringe i lavoratori a lavorare sino a oltre 66 anni, della precarietà del lavoro e della caduta dei diritti sindacali nei luoghi di lavoro. Occorre reagire con forza a questa deriva che aumenta le disuguaglianze e l’ingiustizia sociale.
Lo dichiara Gianni Melilla, deputato di Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista e capogruppo in commissione bilancio a Montecitorio.
Nella prossima legge di stabilità, prosegue Melilla, occorre assegnare maggiori risorse per i servizi di prevenzione e vigilanza nei luoghi di lavoro, così come va respinto l’automatismo dell’allungamento della età pensionabile a 67 anni perché è pericoloso per la vita e la salute dei lavoratori, come ci dicono drammaticamente i dati dell’Inail.
Una riflessione del Governo e del Parlamento, conclude il deputato di Mdp, è obbligatoria per dare risposte urgenti ed efficaci a questa gravissima inversione di tendenza che aveva visto da molti anni nel nostro Paese un costante, anche se sempre insufficiente, calo degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche.