“Il nuovo Piano Ambientale (Aia – Autorizzazione integrata ambientale) proposto dal Governo per l’Ilva di Taranto può tradursi efficacemente in sei parole: al danno si aggiunge la beffa. Tempi dilatati all’inverosimile per la riqualificazione ambientale dell’area e nessuna garanzia per i lavoratori (si parla di 4000 esuberi). Il gruppo Arcelor Mittal-Marcegaglia e il Governo sono complici di un piano industriale che quasi fa rimpiangere la vecchia proprietà dell’Ilva. La dimostrazione è contenuta proprio nelle linee espresse nella proposta sul rilascio dell’Aia: zero coperture per i parchi minerali e deroghe al 2023 per ridurre le emissioni attuali e future. Questo vorrà dire che gli abitanti di Taranto avranno ancora sei anni di tempo per ammalarsi con le polveri tossiche dello stabilimento. Le nuove misure ambientali e sanitarie proposte dalla società sono del tutto insufficienti, se non ridicole e penalizzano ancora una volta i cittadini, in particolar modo gli abitanti del quartiere Tamburi. La tanto decantata accelerazione degli interventi è inesistente: i parchi minerali non saranno coperti continuando a rilasciare nell’aria polveri dannose. Inaccettabile che a pagare siano sempre i cittadini e i lavoratori: non si può prolungare il piano ambientale per altri sei anni rendendo inutili tutti gli interventi portati avanti fino a questo momento. In più senza alcuna garanzia per migliaia di lavoratori che rischiano anzi di rimanere a casa. Il Governo non può farsi ancora una volta garante di questo scempio”: lo dichiara in una nota l’europarlamentare di Mdp Massimo Palolucci.