“Un motivo primario della disoccupazione è stato il crollo degli investimenti pubblici negli ultimi 8 anni. Il picco degli investimenti pubblici fu raggiunto nel 2009 con 54,3 miliardi di euro, poi un calo costante: 46,8 mld nel 2010, 45,3 nel 2011, 41,4 nel 2012, 38,6 nel 2013, 36,6 nel 2014, 36,7 nel 2015 sino al minimo storico di 35 mld nel 2016. In parallelo la disoccupazione è salita all’attuale tasso dell’11,3% con il picco di quella giovanile al 37% . La questione politica è che le risorse finanziarie negli ultimi 3 anni sono state indirizzate verso bonus, mance e sgravi fiscali con questi risultati devastanti sul versante occupazionale. Trova un consenso unanime tra gli economisti la previsione di una crescita doppia del PIL nazionale se le risorse ricavate dalla flessibilità accordata all’Italia dall’Unione Europea, fossero state utilizzate per rilanciare gli investimenti pubblici invece che per finanziare la politica dei bonus”. Lo dichiara in una nota il deputato di MDP Gianni Melilla.
“Per questo ora è necessario che nella prossima legge di stabilità ci sia una svolta e si dia corso ad un grande Piano del Lavoro e di investimenti pubblici per la cura e la manutenzione del territorio. Questi investimenti devono essere affidati ai Comuni, alle Province e alle Regioni, cogliendo l’opportunità dell’enorme semplificazione consentita dal codice degli appalti per i lavori sotto soglia. Va considerato che dal 2016 Enti Locali e Regioni hanno soltanto l’obbligo del pareggio tra entrate e impegni di spesa e questo lascia spazio sia a nuovi investimenti sia al pagamento di quelli già decisi ma bloccati. L’Unione Europea per escludere una quota di investimenti legati ai fondi europei ( 4,2 MLD di euro) dal conteggio del deficit da rispettare, ha posto la condizione che il livello complessivo degli investimenti pubblici salisse rispetto all’anno precedente. La verità invece è stata che nel 2016 gli investimenti pubblici sono diminuiti di un altro 4,5% ( nei Comuni -15%, in quelli meridionali -31%, nelle Regioni -16%). La prossima legge di stabilità deve per questo cambiare verso, gli investimenti pubblici vanno rilanciati per favorire la crescita e il lavoro. Solo a queste condizioni sarà possibile sostenere la manovra economica e finanziaria per il bilancio 2018”. Coclude Melilla